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Napoli, Bianchi incorona Sarri: “Lui è bravissimo, lo scudetto non è un sogno. Non ho mai perso sonno per il calcio…”
L'ex tecnico del Napoli, Ottavio Bianchi, dice la sua sulla corsa scudetto e sulla sua parentesi in terra campana
“È l’anno buono, per i grandi numeri della squadra di Sarri. Lui è bravissimo, è un piacere vedere in azione la sua squadra, giocano a memoria. Quando uno ha il pallone e gli altri si muovono è tutta un’altra musica".
Lo dice Ottavio Bianchi ex allenatore del club partenopeo che, intervenuto sulle frequenze di Radio Onda Libera, parla del perché lo scudetto potrebbe non restare solo un sogno per il Napoli: "Quest’anno gioca per vincere lo scudetto, quando si acquisisce una continuità di piazzamenti, lo scudetto non diventa più una chimera. L’Europa League in questo momento non conta rispetto al campionato, se un giocatore si fa male, non ha tempo di recuperare giocando ogni 3 giorni. La Juventus è l’unica squadra abituata a vincere, è l’unica che ha un livello europeo, è abituata a vincere ed ha un organico competitivo".
Il tecnico bresciano, legato sotto più aspetti alla città ed alla squadra campana, che lo ha visto protagonista del primo scudetto della storia del club azzurro, capitanato da Diego Armando Maradona ricorda la sua parentesi napoletana: "Quando ero allenatore mi chiamavano Ottavio l’Orso o il Taciturno, ma io non sono così. A Napoli ho vissuto completamente isolato, è stata una mia scelta, per evitare di essere stritolati. A Napoli sono stato calciatore, allenatore e anche dirigente. In nessuna altra parte del mondo ho incontrato la cultura e l’intelligenza che ho trovato in quella città". Fra gli avvenimenti più singolari a cui ha assistito, durante la sua permanenza in terra partenopea, l'ex centrocampista classe 43, ricorda in particolare un aneddoto: "Nel 69 con la riforma del calendario liturgico, il Vaticano declassò San Gennaro a Santo di serie B. I napoletani insorsero e reagirono con la loro ironia, tappezzarono la città di scritte e striscioni: "San Gennà, futtetenne!". La mia ammirazione per i napoletani crebbe a dismisura. Tre parole per riassumere una filosofia di vita che ho fatto mia, soprattutto nei momenti critici. Se qualcuno intelligente mi vuole muovere critiche serie, fondate, motivate, sono il primo a farle mie. Se, a muoverlo, è qualcuno che non è intelligente, non me ne curo. Non ho mai perso un secondo di sonno per il calcio: ci sono cose più importanti".
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