Negli ultimi giorni si è acceso il botta e risposta fra i gestori dell'ex store ufficiale del Palermo Calcio e la nuova proprietà del club rosanerorappresentata da Dario Mirri.
serie d
Mirri: “Con Di Piazza abbiamo la possibilità di completarci. Palermo Store? Il mio compito è di proteggere il marchio”
Le parole pronunciate dal presidente del club rosa: "Se un giorno dovessi aprire un negozio, chiamandolo 'Fiat Store' pensate che alla Fiat possa fare piacere?"
Il presidente-tifoso della società siciliana, intervenuto ai microfoni di PalermoToday, ha affrontato ancora una volta la questione relativa al merchandising, tentando di chiarire la situazione e gettando acqua sul fuoco: "Loro possono chiamarsi come vogliono, ma non Palermo Store, questo è il nocciolo della questione. Il mio compito è anche e soprattutto quello di tutelare il Palermo, dando alla mia società il maggior vantaggio economico possibile. Si è fatta tanta confusione in merito a questa questione, perché anche se lo Store e il Palermo potevano sembravano la stessa cosa, così non era. Questi signori avevano instaurato un rapporto di collaborazione con la vecchia società, ma non con noi. Può generare confusione infatti il fatto di chiamarsi 'Palermo Store', quando in realtà però non sei il rivenditore ufficiale della società. Noi tuteleremo il Palermo da chi cercherà di creare confusione, anche perché al momento la nostra idea è quella di concentrarci sulla vendita online piuttosto che sui punti fisici. Il nostro intento non è mai stato quello di danneggiare qualcuno. Faccio un esempio: se un giorno dovessi aprire un negozio, chiamandolo 'Fiat Store' pensate che alla Fiat possa fare piacere? Il mio compito è quello di proteggere il marchio Palermo, e credetemi, per me vale davvero tantissimo".
"In contatto quasi ogni giorno, soprattutto tramite sms": ecco il duo Mirri-Di Piazza.
"C'è voluto davvero pochissimo tempo per trovare un accordo. Di Piazza è esattamente così come appare, lui è genuino e passionale. Vuole un mondo di bene sia alla città di Palermo che al club rosanero. Essendo una persona estremamente intelligente a un certo punto della trattativa con il Palermo ha capito che non poteva permettersi di stravolgere totalmente il suo stile di vita, trasferendosi a pieno regime in Italia. Dopo esserci guardati negli occhi, abbiamo immediatamente capito che avevamo bisogno l'uno dell'altro. Insieme abbiamo avuto la possibilità di completarci. E adesso eccoci qui, insieme, pronti a portare nuovamente in alto il Palermo".
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