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Martinelli: “Futuro? Ho le idee chiare. Situazione societaria e Pergolizzi, vi dico tutto”

Le parole del numero 6 rosanero, Alessandro Martinelli

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"L’aspetto economico passa in secondo piano quando si tratta di fare la storia".

Parola di Alessandro Martinelli. Il centrocampista classe '93, felice e orgoglioso di aver conquistato la Serie C con i rosanero, scrivendo da protagonista una pagina importante della storia del nuovo Palermo targato Hera Hora, intervenuto ai microfoni del 'Corriere dello Sport', è tornato a parlare della strepitosa cavalcata dei rosanerosvelando sogni e ambizioni future: "L’estate scorsa, per intendersi, è bastata una telefonata. Nel calcio, e nella vita, ci sono sentimenti che non hanno prezzo e poterli vivere è un privilegio. Dove voglio arrivare? In Serie A, ovvio. Guai, però, ad illudersi che sia un percorso da compiere ad occhi chiusi".

""Il Bari ha costruito una squadra con gente fuori categoria e alla fine si è trovato a nove lunghezze dalla Reggina. Dobbiamo trarre insegnamento dalle esperienze altrui - ha proseguito il numero 6 rosanero -, siamo consapevoli che sarà una vera e propria avventura, non una passeggiata di salute. Cosa mi ha colpito della cavalcata? La passione della gente che, negli ultimi 15 anni, aveva vissuto gioie incredibili per poi sparire dalla geografia del calcio. I palermitani hanno un cuore enorme e lo dimostrano allo stadio. Anche in giro per le strade, è un tripudio. Tutto ciò è gratificante per chi, come me, avendo sempre vissuto al Nord e in Svizzera, non era abituato a questo calore".

L'idillio imprenditoriale tra Dario Mirri e Tony Di Piazza, sembra ormai essere uno sbiadito e lontano ricordo. Divergenze ed aspre frizioni tra le parti sono letteralmente deflagrate negli ultimi giorni, ma Martinelli non ha dubbi: "La situazione societaria non mi preoccupa per niente, il nostro è un club solido, serio, organizzato che non ha nulla da invidiare ai top club di Serie A".

Chiosa finale su Rosario Pergolizzi e la fascia da capitano: "Il mister? Anche lui è stato protagonista della risurrezione. La fascia di capitano è stato un grande motivo di orgoglio e una bella responsabilità. Non mi tiro mai indietro. In squadra c’erano tanti capitani in grado di trascinare il gruppo. La solidarietà è stata fondamentale per superare i pochi ostacoli che abbiamo incontrato e proteggere i giovani che non erano abituati a certe pressioni".

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