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Martin: “20 mila spettatori ti fanno sentire calciatore, non potevo dire di no al Palermo. Regista? Non è stato sempre il mio ruolo”

Il centrocampista francese ha ripercorso le tappe della propria carriera e svelato i motivi che lo hanno spinto ad accettare il Palermo

Mediagol77

Malaury Martin e la sua seconda giovinezza.

Il regista francese del Palermo dopo le sue svariate esperienze europee tra Norvegia, Scozia e Francia ha deciso di mettere radici in Sicilia. Il 31enne centrocampista transalpino, attraverso le colonne de 'La Gazzetta dello Sport', ha svelato le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare l'esperienza palermitana nonostante la Serie D.

"Stavo vivendo un brutto periodo, negli Hearts of Midlothian in Scozia, non facevo più parte dei piani, non ho guardato la categoria, ma mi serviva un progetto che mi sia adattasse sulla pelle e mi sono buttato in questa avventura. Le altre offerte non mi entusiasmavano come Palermo. Quando giochi una partita come quella di domenica davanti a quasi 20 mila spettatori ti senti giocatore vero e io avevo bisogno di questo. La società, il tecnico le ambizioni m’hanno entusiasmato. Avevo bisogno di stimoli nuovi e forti, avevo sempre sognato di giocare in Italia. C’ero andato vicino la scorsa stagione con il Livorno e stavolta non mi sono lasciato scappare l’occasione, perché il Palermo è il Palermo. Per me, era importante soltanto conoscere il tecnico e i dirigenti, c’è stato subito feeling e non l’ho vissuta come una vergogna. Fisicamente miglioro partita dopo partita, soprattutto in casa, con il campo fantastico che abbiamo. Si comincia a vedere il vero Martin, ma non sono ancora al 100%. Regista da sempre?No, è la prima volta. Finalmente, perché l’ho sempre detto agli allenatori che il mio ruolo era quello, ma mi hanno sempre usato trequartista. In Europa è un ruolo inesistente, è solo italiano, e io mi sento di dare il massimo giocando lì. I giocatori che sono passati da qui sono tra i più importanti, seguivo la squadra da lontano, anche perché la maglia rosanero mi ha sempre affascinato".