Parla Pasquale Marino.
serie b
Marino: “Da siciliano so cosa significa allenare il Palermo, vi racconto la trattativa con Lucchesi”
Le parole del nuovo coach del club siciliano, Pasquale Marino: "Lavorare a casa mi trasmette entusiasmo, ma anche responsabilità. Fare l'iscrizione è come vincere un campionato"
Il nuovo tecnico del club rosanero, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni relativamente alla trattativa che lo ha portato a tornare in Sicilia e più precisamente sulla panchina del Palermo Calcio, soffermandosi inoltre sul suo addio allo Spezia e su alcune delle proprie esperienze professionali vissute in passato nel torneo cadetto e non solo.
Cosa ha pensato quando l'ha chiamata una proprietà che non era sicura di iscriversi?
"Avevo chiuso da pochi giorni il rapporto con lo Spezia. Mi ha cercato Lucchesi, mi ha chiesto di aspettare qualche giorno. Quando ci siamo visti mi ha rassicurato che tutto sarebbe stato sistemato. L'unico problema è stato parlare di giocatori: qualcuno era preoccupato per l'iscrizione, qualche occasione l'abbiamo persa (Sampirisi, ndr.), ma adesso non ci sono più dubbi".
Ha lasciato lo Spezia un po' a sorpresa. Perché?
"Mi avevano proposto il rinnovo, poi la società nel comunicato ha detto che ci sono state divergenze e a me va bene che si dica così: meglio lasciarci da buoni amici. E' stata una bella esperienza, ringrazio tutti".
Pescara, Vicenza, Frosinone, Brescia e poi Spezia: tutte squadre di B che lei ha guidato senza riuscire a salire in A. Il rammarico più grande?
"Vicenza. Sono subentrato a ottobre e siamo arrivati alla semifinale playoff contro il Pescara senza i due centrali titolari Manfredini e Brighenti. E poi Frosinone: non per la semifinale col Carpi persa in casa, ma per non essere saliti diretti, essendo arrivati a pari col Verona ma con un gol in meno nello scontro diretto".
Con il Palermo sarà l'ennesimo tentativo...
"Fare l'iscrizione è come vincere un campionato, visti i sacrifici che sta facendo la proprietà. Ora abbiamo due anni per riportarlo in A".
Magari la Sicilia le porta bene, visto che a Catania...
"Lavorare a casa mi trasmette entusiasmo, ma anche responsabilità. Da siciliano so cosa significa allenare il Palermo".
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