Sabato scorso l'ex manager del Manchester United, Alex Ferguson, era stato colto da un improvviso malore che lo aveva costretto ad essere operato d'urgenza per un'emorragia cerebrale. Una volta appresa la notizia tutto il mondo del calcio si era stretto attorno alla famiglia del tecnico scozzese, uscito dal coma dopo un paio giorni e attualmente vigile. Tra i tantissimi giocatori che in questi giorni hanno ricordato l'importante carriera dell'ex tecnico dei Red Devils, anche Paul Ince, ex centrocampista del Manchester United: "Sir Alex è stato un elemento importantissimo della mia vita per così tanto tempo. Quando sono arrivato al Manchester ero ancora molto giovane e Fergie ha rappresentato una figura paterna per me. La vita mi ha riservato tante cose belle e per questo devo ringraziare lui. Mi ha concesso il tempo di crescere ed è così che sono diventato il miglior giocatore che aspiravo ad essere e la persona che sono oggi. In questi giorni ho ripensato a tutti i momenti incredibili che ho avuto con lui, alcuni buoni e altri cattivi: dai trofei vinti ai trucchi ricevuti. Inizi a riflettere sulle critiche e gli elogi che ti ha fornito e all'enorme importanza che hanno avuto nella tua vita".
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Manchester United, Ince: “Ferguson? E’ stato come un padre per me. Quando abbiamo litigato…”
Le parole dell'ex centrocampista di Manchester United ed Inter, Paul Ince, sul suo ex allenatore Alex Ferguson
Tra i tanti episodi vissuti insieme, Ince, - come riporta Sky Sport" - ha ricordato anche un particolare aneddoto avvenuto al termine di una gara: "Una volta giocammo al Carrow Road contro il Norwich, una delle nostre rivali al titolo in quel momento. Vincemmo facilmente 3-0 e a fine partita eravamo tutti nello spogliatoio a festeggiare, ma Ferguson era furioso. «Mister, qual è il problema? Abbiamo vinto» chiesi a Sir Alex, ma lui mi rispose urlando: «Paul, tu non sei Maradona! Devi prendere la palla e passarla ai migliori giocatori». Non ci parlammo per due settimane, nemmeno un 'buongiorno'. Durante una partita di calcio tennis poi, lui faceva l'arbitro e mi disse che avevo tirato la palla fuori. Lo fece intenzionalmente, per caricarmi. Poi si risolve a me e aggiunse: «Ince, non scherzare con il tuo capo». Io iniziai a ridere e tutto fu perdonato. Stava cercando di insegnarmi a non lasciare che il mio ego diventasse troppo grande. Si preoccupava per noi come se fossimo suoi figli o parte della sua famiglia. Ricordo anche che, durante i primi giorni, mi chiese se avevo una ragazza. Quando gli risposi di sì rimase molto contento perché era rispettoso e desiderava il meglio per noi".
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