di Claudio Scaglione
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Lazaar si presenta: “Palermo, ti racconto la mia storia. Voglio più gente al Barbera. Lavoro per essere il migliore”
Il talento ex varesino si presenta
Quasi tre settimane di trattative: ottimismo prima, pessimismo poi, certezza alla fine. Proprio sul filo del rasoio, ad un’ora dalla chiusura del calciomercato, Achraf Lazaar, esterno sinistro classe ’92, è divenuto a tutti gli effetti un giocatore del Palermo. Si è trattato di un’operazione abbastanza faticosa: le parti, dirigenti rosanero e quelli del Varese, si sono confrontate diverse volte e l’accordo lo si è trovato in extremis, quasi fosse un ‘buzzer beater’, il canestro sul suono della sirena. Fatto sta che Lazaar adesso si trova nell’organico a disposizione di Giuseppe Iachini.
Ci racconti un po’ questo periodo tortuoso in cui la firma tardava ad arrivare, Achraf?
"Fin dai primi giorni di mercato ho saputo che cera la possibilità di andare a Palermo dal mio manager, Andrea Cattoli. Gli dicevo: meglio di non sapere niente, voglio concentrarmi sul presente e sul Novara da affrontare. Quando ho sentito il direttore Perinetti ho capito che le cose erano molto avanti e potevo davvero arrivare, tanto da aver preferito non giocare la partita col Cesena. A fine mercato ero stato convocato perché ogni società vuole tenere duro il più a lungo possibile, penso fosse una cosa calcolata".
Qual è il primo messaggio che vuoi lanciare all’ambiente rosanero?
"Innanzitutto voglio dire grazie a tutti del benvenuto. Sono qui in una grande squadra, capolista in questo campionato e sono qui per vincere la Serie B. Non sono sicuro di giocare, lotto per una maglia da titolare, come a Varese. Cercherò di trovare più spazio possibile, poi sarà il mister a valutare".
A proposito del mister, lui avrà già capito in quale posizione puoi esprimerti al meglio. Secondo te qual è il modulo più congeniale per te?
"L'impatto col Mister è stato molto buono perché sta trascinando la squadra verso l'obiettivo primario. Tornando al ruolo, nel 3-5-2 posso sfruttare al meglio le mie qualità. Ho sempre giocato col 4-3-3 o 4-4-2 e dovevo stare molto attento alla fase difensiva. Spesso però arrivavo comunque sul fondo. Qui penso e spero di poter dare il massimo". Il Palermo ha deciso di puntare su di te. Come ti senti sapendo questo? "Se i rosa mi hanno preso vuol dire che cera bisogno di qualcosa che posso dare. Io ho molta forza e tecnica. Penso che il Palermo i giocatori che corrono e hanno una buona corsa già ce li ha, però col mio fisico e con le mie qualità posso dare un grande contributo".
Perché scegliere il Palermo e non qualche squadra di Serie A che ti cercava?
"Nonostante l'interesse delle altre squadre, sapevo che il Palermo era più insistente e ho preferito venire qui. In fondo i rosa sono comunque una big della Serie A, mi piace venire subito qui, anche perché potrò crescere con un campionato importante in Serie B e guadagnarmi la Serie A sul campo".
Quali sono state le prime impressioni legate al gruppo rosanero?
"Il gruppo è molto unito, si scherza e si ride, ma si lavora con tanta serietà. L'obiettivo è uno solo: vincere e raggiungere lobiettivo per dare a questa città la categoria che merita".
Per raggiungere questo obiettivo la squadra sarà chiamata ad uno sforzo continuo. E tu ne hai fatti di sacrifici, per arrivare dove ti trovi adesso?
"Certamente, nel mondo calcistico è doveroso farli. Chi vuole arrivare deve dare qualcosa in più. Io ho sempre cercato di dare il 110%, questo mi ha sempre aiutato ad andare avanti. L'esordio l'ho fatto con mister Castori contro l'Ascoli. Il giorno che l'ho fatto ero contentissimo ed emozionato. Ho pensato dopo la partita che era solo l'inizio. Devo ancora lavorare di più, perché voglio dimostrare di essere il migliore su quella fascia".
Il migliore sulla fascia sinistra: un traguardo abbastanza importante. Ne ha di modelli a cui ti ispiri?
"Ci sono dei giocatori che mi piacciono nel ruolo, in particolare Ashley Cole e Ryan Giggs, ma non direi che mi ispiro a loro, più che altro cerco di diventare meglio di loro".
A Palermo ci hai già giocato, lo scorso 26 ottobre, da avversario. Come ti è sembrato il pubblico del Barbera?
"A essere onesto mi aspettavo molta più gente allo stadio quando siamo venuti a giocare con il Varese. Però sarà la delusione della retrocessione".
Ci sono molti allenatori che hanno nel proprio passato sia Palermo che Varese, ad esempio Mangia e Sannino. Ti sei confrontato con loro prima di venire a Palermo?
"No, con loro no. Però ho parlato molto con Gautieri, che mi ha detto tante cose belle sulla città e sul mister che avrei trovato. Era davvero contento per me perché andavo a migliorare la mia carriera. Ringrazio lui e anche mister Sottili che ho sentito e mi ha dato tanti consigli. Le voci sul Palermo girano perché è una big della Serie A. Ringrazio tutti i mister che mi hanno aiutato ad arrivare qui".
Ultima chiosa sulla tua vita personale. Ci racconti la tua storia: nato in Marocco nel ’92 e poi …
"Sono in Italia perché mia madre è venuta qui da sola ed ha cominciato a lavorare con un permesso di lavoro di due anni. Entrambi i miei genitori sono marocchini. Sapevano che tenevo tantissimo a giocare a calcio, il mio sport preferito. Giocavo nel Casablanca, la squadra più importante del nostro paese. L'Italia però è il massimo. I primi tre anni in Serie D, poi mi ha preso il Varese. Ho fatto fatica, anche con l'italiano, ma con la scuola alla fine ce l'ho fatta. Il siciliano lo sto imparando in questi giorni".
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