Ci sono società troppo piccole per competere in un campionato difficile come la Serie A, società che per salvarsi devono letteralmente fare miracoli con le risorse a disposizione.
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Il Palermo si gioca la salvezza coi piccoli club. Retrocessione o meno Zamparini una partita l’ha già persa
I rosanero sono nettamente staccati dalla maggior parte delle altre squadre di Serie A, le uniche alla sua portata ad oggi sono Empoli, Crotone e Pescara. Cosa non ha funzionato?
E poi ci sono società più grandi, che in Serie A dovrebbero starci quasi sempre, ma che per un motivo o per l'altro possono saltuariamente finire invischiate nella lotta per non retrocedere. Niente di drammatico, per come sono ripartiti i diritti televisivi in Italia è quasi fisiologico che ogni anno una di queste squadre possa soccombere. E' capitato al Verona l'anno scorso, al Cagliari l'anno prima, precedentemente a Catania, Palermo e Sampdoria.
Perdere nel calcio è lecito, fa parte dello sport anche se troppo spesso si prende la sconfitta come un affronto che la dirigenza fa ai tifosi, come una vergogna indelebile, come un alto tradimento. Niente di tutto questo, semplicemente ogni anno alcune squadre devono retrocedere, anche fossero tutte gestite da presidenti modello, tre finirebbero comunque in Serie B.
Eppure c'è qualcosa di eccessivamente deludente in questa stagione del Palermo. I rosanero non stanno solo lottando per non retrocedere, come può capitare nelle stagioni meno fortunate a qualunque squadra di medio calibro, ma hanno ampiamente dimostrato di essere iscritte a pieno titolo nel club delle quattro troppo deboli per competere alla pari con le altre 16 del campionato. Ed è grave perchéwda rosanero è una squadra che per impalcatura societaria e risorse economiche è senza dubbio due spanne sopra club come il Crotone. Le ultime quattro del campionato contro le prime 16 non fanno quasi mai punti. In 13 giornate sono state ben 46 le partite che hanno visto Palermo, Empoli, Pescara e Crotone sfidare le prime 16, per un misero totale di 2 vittorie (Palermo a Bergamo e Crotone col Chievo), 11 pareggi e 33 sconfitte. 17 punti in 46 partite, 0.37 punti a partita, quasi un terzo del punto a partita con cui è retrocesso l’anno scorso il Carpi. Lo scenario di oggi sembra suggerire una salvezza con record negativo di punti, addirittura la terzultima in classifica ha ottenuto oggi il 40-45% di punti in meno rispetto a tutti i campionati degli ultimi 10 anni.
Insomma, le ultime quattro stanno davvero facendo un campionato a parte, non sono all’altezza di competere con le altre. Questo ci può stare per una neopromossa come il Crotone o il Pescara, può capitare all’Empoli che non può tutti gli anni fare i miracoli, ma c’è da chiedersi come possa accadere al Palermo.
DIMENSIONE – Per chiarire il concetto ci limitiamo a qualche confronto esplicativo. Il Crotone è una orgogliosa squadra di provincia, che ha ottenuto una splendida promozione in Serie A, ma che è stata pur sempre costruita a suon di svincolati e prestiti dalle grandi. Insomma, il direttore sportivo Ursino è riuscito a far vincere il campionato alla squadra dei fratelli Vrenna senza spendere un euro in cartellini. Per la massima serie i pitagorici hanno fatto solo acquisti sotto il milione di euro. Spostandoci in Toscana la situazione non cambia. Anche l’Empoli, in fondo, ha quasi sempre lavorato sui prestiti dalle big, riscattando magari qualche cartellino ben valorizzato da maestri di calcio come Sarri e Giampaolo. Nessuna di queste società è in grado di spendere 3 milioni e mezzo per Bruno Henrique, oppure di pagare 2,2 milioni una riserva di buone prospettive come Balogh. Non cifre enormi, ma comunque proibitive per piccoli club di provincia e più simili a quelle che spendono squadre come Udinese, Cagliari o Bologna.
VALORI TECNICI – Nulla è ancora precluso al Palermo, che può benissimo salvarsi, magari sfruttando gli scontri diretti che hanno fatto finora le fortune dell’Empoli (in gol solo contro Crotone e Pescara). Ma dopo 13 giornate è evidente quanto ampio sia il divario tecnico con le altre 16 squadre del campionato. La facilità con cui l’Udinese si è sbarazzata dei rosanero al Barbera la dice lunga, come parla chiaro il risultato del Sant’Elia col Cagliari o quello di domenica col Bologna, proprio le squadre che a livello di bilancio dovrebbero somigliare di più al Palermo. Quando c’è da alzare soltanto un po’ l’asticella i rosanero, come le altre, non riescono proprio a competere, come fossero totalmente di un’altra categoria. Il Palermo può ancora tranquillamente arrivare diciassettesimo, una posizione che alla faccia della scaramanzia è oggi ambitissima perché garantisce l’unico risultato che davvero conta, quello di lasciarsi alle spalle almeno tre squadre.
Il fatto stesso che il Palermo sia lì a giocarsela con le altre ultimissime della classifica rappresenta già un flop della società, a prescindere da un'eventuale salvezza, perché in un modo o nell'altro Zamparini non è riuscito a far valere la maggiore capacità di spesa rispetto alle concorrenti. Sul campo i rosanero forse domani si guadagneranno la permanenza in Serie A, ma dal punto di vista della gestione la partita il patron l'ha già persa.
Mariano Calò
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