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Figc, per la presidenza torna in auge Abete: “Decidono gli elettori, tante battaglie da affrontare”

Figc, per la presidenza torna in auge Abete: “Decidono gli elettori, tante battaglie da affrontare”

Abete sarebbe sostenuto dalla Lega Pro, Lega Dilettanti, AIA e AIC: ad oggi sembra la candidatura più forte per la presidenza

Mediagol73

Possibile ritorno al passato per la Figc, attualmente commissariata, che cerca il suo nuovo presidente.

Dopo la mancata elezione nell'ultima tornata, il nome che è tornato a rimbalzare per la presidenza è quello di Giancarlo Abete, già numero uno della Federcalcio dal 2007 al 2014. A sostenere Abete ci sarebbero Lega Pro, Lega Dilettanti, Calciatori e Arbitri. Una grossa fetta della torta, tale da consentire l'elezione del presidente. "Io rappresenterei il vecchio? È una constatazione legittima - ammette Abete, interpellato sul tema da GR Parlamento - Sono stato presidente della Federcalcio dal 2007 al 2014, ma sono gli elettori che decidono. Non ho mai portato avanti una logica di élite ma di consenso dal basso e me ne vanto".

"Altri hanno una cultura elitaria, abituati ad avere nomine e a fare le nomine - prosegue Abete - C'è chi vorrebbe farsi le formazioni a tavolino ma la formazione della Figc la decidono gli elettori. In passato si sono candidati alle elezioni federali Albertini, Abodi, Gravina, Sibilia, una pluralità di personalità di qualità del mondo del calcio, ma ripeto, qui a decidere è il voto dal basso a scrutinio segreto e gli elettori voteranno secondo coscienza, a seconda dei candidati che si presenteranno. Come dimostrato dalle ultime elezioni politiche, la logica delle élite non funziona più, non basta pensare di avere una marcia in più per avere una legittimazione. La legittimazione arriva dal basso".

SUL VAR - "La Figc ha fatto bene ad attivare la sperimentazione della Var, lo stesso vale per le seconde squadre anche se ritengo sarebbe stato più opportuno partire dalla stagione 2020 per conoscere meglio le regole e le graduatorie. Poi ci sono le battaglie di sempre: il ricambio generazionale, la valorizzazione dei vivai e il riequilibrio competitivo".

SUI DIRITTI TV - "I diritti tv del calcio italiano valgono senz'altro di più di quelli francesi. Il nostro campionato è più importante ed è dimostrato da tanti fattori, come la presenza negli stadi e il numero di squadre qualificate per la Champions, abbiamo città più importanti come potenzialità, storia e prospettive".

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