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di Fabio Corrao Il Palermo che non ti aspetti regala ai suoi tifosi una vittoria contro lInter che mancava da sei anni, e che, sebbene non rappresenti del tutto una fredda vendetta della finale di Coppa Italia, porta in casa rosanero una serata di felicità ed un momento di tranquillità. Diciamola tutta, il risultato è addirittura un tantino bugiardo e non rispecchia quella che è stata una superiorità abbastanza netta sul piano del gioco da parte degli uomini di Mangia. Ecco, Devis Mangia. Alzi la mano chi lo aveva solamente sentito nominare fino a qualche mese fa; succede invece che al culmine di un periodo burrascoso lex tecnico della primavera del Varese prende in mano la squadra e la trasforma in soli dieci giorni in un complesso combattivo e compatto, che gioca al calcio con ritmo ed intensità. Tuttaltra storia rispetto alle scialbe prove estive, che avevano portato in dote sconfitte, eliminazioni e depressione. Se questa è la sua grande occasione, inizio migliore non poteva esserci. E stata una partita bellissima, soprattutto nella ripresa, tra due squadre che puntavano solo alla vittoria. I nerazzurri, forti dei nuovi innesti illustri, ci mettono però sei minuti per superare fisicamente la metà campo, in balìa di un Palermo che parte fortissimo. Il canovaccio del primo tempo è sorprendente: rosanero che corrono, pressano altissimi e attaccano senza sosta, Inter che gioca di rimessa e con il fiatone. E nel secondo tempo che stappa la partitona, con la squadra di Mangia che metabolizza lingiusto svantaggio, e infila tre perle che annichiliscono lInter. La bravura del tecnico milanese è stata soprattutto nel capire che Della Rocca, bravo ma leggerino, non riusciva a svolgere appieno la doppia fase di possesso e copertura. Lingresso di Acquah ha infatti garantito una maggiore vicinanza tra i reparti, ha compattato i rosanero e gli ha fornito il giusto equilibrio. E un altro aspetto che ha colpito in positivo, oltre allottima prova dei nuovi innesti, è stato il carattere della squadra, che non ha mai mollato di un centimetro losso della gara. Potrebbe essere linizio di un nuovo corso. Lo è sicuramente nellorganico, chissà che non lo sia anche per i risultati. E chiaro che una vittoria contro lInter abbaglia, ma è bene che non accechi. I nerazzurri sono ancora alla ricerca di una precisa identità, e per certi versi è stata una fortuna incrociarli adesso. Quindi piedi per terra. Ma sarebbe il momento di abbandonare scetticismi e nostalgie: questa è una squadra nuova, con un tecnico che ha dimostrato di avere degli argomenti e dei calciatori che corrono e combattono. E una squadra che ha dimostrato di meritare un pizzico di tempo per crescere, e soprattutto ha dimostrato di meritare la fiducia dellambiente.
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