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Di Donato: “Io come Sarri, vi racconto la sua ossessione per gli scarpini neri. Quando vinsi la B con il Palermo…”

L'ex centrocampista del Palermo, oggi allenatore dell'Arezzo, si racconta: "La mia squadra è bella e pratica; gioco col 4-2-4"

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"Conte era un animale da campo, ma Sarri mi ha stregato".

Parola di Daniele Di Donato. L'ex centrocampista del Palermo, che ha indossato la maglia rosanero dal 2000 al 2004, è stato intervistato ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. Diversi i temi trattati dall'attuale tecnico dell'Arezzo, allenato nel corso della sua lunga carriera sia da Antonio Conte, sia da Maurizio Sarri. Di seguito, le sue dichiarazioni.

"Sono sempre in tuta, lavoro come Sarri sin dalle giovanili. Voglio che il risultato passi attraverso la prestazione. Starei sul campo 24 ore al giorno, alcuni mi sentono parlare di calcio da solo. In partita mi si 'tappa la vena'. Il mio Arezzo è bello e pratico; gioco col 4-2-4. Un modulo che Conte propose per la prima volta ad Arezzo? Ma noi siamo diversi. Per me il portiere è il primo attaccante e non si butta mai il pallone. Come in una partita al parco con gli amici: si cerca sempre un dribbling, una soluzione. Questo è il segreto per divertirsi. Sarri pretendeva che gli scarpini fossero neri? Un giorno arrivò con le bombolette spray: colorò di nero le scarpe di tutti. È stata la cosa più strana che abbia mai visto", ha spiegato.

TRA PASSATO E PRESENTE -"L'Arzignano? Abbiamo fatto qualcosa di speciale. All’inizio ero sulla graticola ma ho creduto nei miei princìpi: nel girone di ritorno le abbiamo vinte tutte. Il miglior Arezzo deve ancora vedersi. È un campionato equilibrato: i playoff sono alla portata. La gente è stupenda, tutti mi vogliono bene e spero di ricambiare questo affetto. Cerco ancora rivincita per quell’ingiustizia. Quando Pieroni mi ha chiamato, non ho potuto dire di no. Palermo? Ciò che ho vissuto mi ha caricato di responsabilità, non mi butto giù facilmente. Vinsi la B a Palermo ma venni ceduto al Siena. E alla prima giornata - era il mio debutto in A - ci trovammo da avversari al Barbera: è stata una festa, mi sarebbe dispiaciuto non esserci", ha concluso Di Donato.