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Castagnini: “Con Mirri grande sintonia, lavoriamo molto bene. Passato al Catania? Quando i tifosi cantano chi non salta è catanese…”

"Come mi sono ambientato? Mi piace molto il vino siciliano, devo essere sincero: in Toscana abbiamo vino buono, ma quello siciliano è davvero buono. A tavola Palermo è un disastro, si mangia sempre"

Mediagol92

Lavoro, lavoro, lavoro.

Questa l'unica parola d'ordine che conosce Renzo Castagnini, direttore sportivo del Palermo. L'ex ds di Vicenza e Brescia, insieme all'amministratore delegato rosanero, questa estate ha costruito da zero l'intera rosa della squadra rosanero. Un percorso difficile compiuto nel iro di poche settimane. Intervistato da La Repubblica il dirigente toscano ha raccontato alcuni aneddoti legati al suo modo di svolgere la professione di ds: "Non m'importa niente del tempo libero. Se lavori non pensi ad altro. Poi ci sono giornate in cui stacchi la spina, devi farlo ed è giusto farlo. Quando posso vado a casa e mi ricarico. Lavori meglio se ogni tanto stacchi e riordini le idee".

Poco tempo prestare con la famiglia, ma quando può cerca anche di staccare la spina: "La famiglia è il mio porto sicuro. E poi un buon bicchiere di vino rosso. Mi piace molto il vino siciliano, devo essere sincero: in Toscana abbiamo vino buono, ma quello siciliano è davvero buono. A tavola Palermo è un disastro, si mangia sempre. Bisogna stare attenti, si mangia bene, c'è una buona cucina. Non sono una buona forchetta, sono un mangiatore normale. Ma a Palermo è difficile mangiare normale".

Più partite che giri per la città, Castagnini non ha avuto molto tempo per vedere Palermo: "Ho visto poco. Vivo a Mondello, ci alleniamo a Carini e la sede è allo stadio: la città la frequento poco. Passo più tempo in macchina che altro. Non sono uno che va tanto in giro, mi piace stare a casa. Guardo parecchie partite, anche registrate. Difficilmente vedo un film o leggo un libro, guardo calcio. Sono un po' malato da questo punto di vista".

"Della D seguo il nostro girone- ha proseguito il direttore sportivo rosanero -. Il nostro team manager Andrea Siracusa mi manda le partite, ne vedo tre a settimana. Guardo parecchia serie C, parecchia B e la A che guardano tutti. Modello? Ci sono stati posti in cui ho lavorato bene, con Sagramola a Vicenza e a Brescia, da solo a Piacenza. Situazioni interessanti perché avevamo la possibilità di costruire come qui a Palermo. C'erano poche interferenze, facevamo le cose a piccoli passi, ma fatte bene con tanti giovani lanciati in A. Quando ci sono le condizioni si fa sempre un buon lavoro. Il lavoro di un direttore sportivo dipende dal contesto".

Con il presidente Mirri un grande rapporto sia umano che lavorativo: "Qui c'è un contesto straordinario per lavorare e il presidente Dario Mirri è una persona straordinaria. Per fare il mio lavoro non c'è di meglio. Il presidente guarda la partita in gradinata, ma poi ci vediamo, ci confrontiamo, ragioniamo e lavoriamo. Non è il settore che cambia le cose".

Un passato a Catania che non rinnega, quella etnea è una città in cui si è trovato molto bene: "A Catania ho giocato 40 anni fa, ormai è il passato. Sono stato bene, ho giocato quasi cento partite, ho vinto un campionato dalla C alla B e poi ho fatto due anni di B. Ho un bel ricordo, mia moglie è di Catania e mi sono sposato lì. Quando cantano chi non salta è catanese sorrido e mi fa un po' impressione. Ma ora mi interessa solo il Palermo. Anche se qualcuno me lo dovesse sottolineare lo accetterei. Non puoi rinnegare il passato, sono stati bei momenti, ma adesso penso solo a costruire qualcosa di bello a Palermo".

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