Mediagol
I migliori video scelti dal nostro canale

serie a

Bologna, Mihajlovic dopo il trapianto al midollo: “Mesi difficili, mi sono rotto le pa**e di piangere. Vi racconto…”

VERONA, ITALY - AUGUST 25:  Bologna FC coach Sinisa Mihajlovic looks on during the Serie A match between Hellas Verona and Bologna FC at Stadio Marcantonio Bentegodi on August 25, 2019 in Verona, Italy.  (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Le parole del tecnico del Bologna, Sinisa Mihajlovic, durante la conferenza convocata per fare il punto sul suo attuale stato di salute

Mediagol93

Sinisa Mihajlovic rompe il silenzio.

Momenti di commozione al "Renato Dall'Ara" dove, questa mattina, Sinisa Mihajlovic è tornato a parlare del suo percorso di cura contro la leucemia, in una conferenza stampa convocata proprio per fare il punto della situazione sul suo attuale stato di salute. Ad essere presenti insieme al tecnico i medici dell'ospedale Sant'Orsola che l'hanno avuta in cura in questi mesi e, a sorpresa, anche i tesserati del club emiliano. 

"Vi voglio ringraziare tutti per essere venuti qui, ma non dovevano essere in campo ad allenarsi? Mi fanno sempre sorprese, fanno di tutto pur di non allenarsi. In questi quattro mesi difficili ho conosciuto medici straordinari che mi hanno curato, supportato e sopportato. So che ho un carattere forte ma sono stati meravigliosi. Loro sanno quanto sia difficile psicologicamente quando hai una malattia così difficile. Voglio ringraziare tutti di cuore. Ho capito che ero nelle mani giuste fin da subito. Questo percorso insieme è andato molto bene. Manu, lo chiamavo 'Manu di cotone' perché aveva la mano leggera quando mi faceva l'aspirazione del midollo, non sentivo nulla. Mi sono rotto le palle di piangere. In questi mesi ho pianto tanto. Non mi sono mai sentito un eroe, solo un uomo sì forte, con carattere ma sempre un uomo con tutte le sue fragilità. Voglio dire a tutti quelli che sono malati gravemente che non si devono sentire meno forti se non l'affrontano come me: non c'è da vergognarsi di aver paura, l'importante è non perdere mai la voglia di vivere. La leucemia è una malattia bastarda, ci vuole molta pazienza, bisogna ragionare giorno per giorno, per piccoli obiettivi. Non si deve mai perdere la voglia di combattere. Alla fine se sei forte e ci credi arriva il sole. Più il tempo passa più riprenderò le forze, ho perso 21 chili, prendo 19 pastiglie al giorno però li prendo perché bisogna farlo. Spero che dopo questa esperienza di uscire come un uomo migliore perché nella vita precedente la pazienza non era il mio forte ma oggi devo averla per forza. Guardo tutto in un'altra maniera, prendere una boccata d'aria diventa una cosa bellissima".

A prendere parola durante la conferenza stampa anche il medico Michele Cavo“Io vi parlo a nome di tutti i medici, dai biologici ai data manager, dai dottorati ai dottorandi di ricerca, che ogni giorno cercano di offrire il meglio della loro professionalità. La storia di Sinisa vale per tutti i pazienti. La sua diagnosi: leucemia acuta mieloide. Un particolare tipo di globuli bianchi vanno incontro ad un processo di arresto della loro maturazione e proliferano senza avere un controllo: il midollo osseo perde la possibilità di creare globuli rossi e bianchi e piastrine. Abbiamo svolto tanti accertamenti, superato tante tappe importanti. Abbiamo utilizzato delle terapie mirate, personalizzate. Nel caso di Sinisa ci ha consentito sin dall’inizio di avere l’assoluta certezza che, se avessimo trovato un donatore compatibile, saremmo arrivati al trapianto di midollo. Avevamo la strada maestra sin dall’inizio, con la consapevolezza di muoverci in un ambito tortuoso. Serviva estrema cautela. L’approccio è stato classico fatto di farmaci chemioterapici. Il primo ciclo è durato più di trenta giorni in termini di ricovero, il secondo più breve. Per uccidere tutte le cellule tumorali abbiamo dovuto uccidere tutte le cellule residue. Questo ha portato il midollo osseo in una fase di sospensione della sua funzione. Quasi in contemporanea con la diagnosi siamo andati alla ricerca del donatore: abbiamo cercato di capire il grado di compatibilità, innanzitutto tra la famiglia e poi al di fuori. La scelta finale è ricaduta su un donatore di registro. Di quello che è successo dopo il trapianto è ancora troppo precoce parnarne. Ci serve tempo per capire la risposta finale. Per lui è un cerchio chiuso, per noi non ancora ma siamo felici di averlo restituito alla comunità".

A parlare anche l'ad del Bologna Fenucci"Sono stra felice di rivederlo qui con noi. La vicenda di Sinisa ha dato un senso diverso al mondo del calcio, dovunque il Bologna abbia giocato ha sentito grande vicinanza, che ha fatto piacere a tutti noi. Bisogna continuare a dare visibilità a questi temi. Dobbiamo sensibilizzarci, il calcio può essere il veicolo giusto".