Le sue lacrime, intrise di delusione, amarezza e sconforto, hanno certamente colpito tutti i tifosi della Nazionale azzurra. Istantanea cruda che certifica la fine di un percorso professionale ed umano straordinario con quella maglia tatuata sulla pelle. Gigi Buffon, avvolto nella sofferenza lacerante dell'atleta al cospetto di un fallimento, per alcuni addirittura dramma, sportivo, faceva fatica ad articolare parole e concetti ma veicolava nitidamente le sue emozioni.
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Addio Buffon, il controcanto di Libero: “Ma cosa piangi? Le tue lacrime fanno ridere…”
La commozione mostrata alle telecamere dal portiere della Juventus dopo l'eliminazione dell'Italia dalla fase finale dei Mondiali di Russia ha suscitato anche qualche critica sui media
Lui che è passato alla storia, come i suoi compagni dell'epoca, per la cavalcata trionfale di Germania 2006 che condusse l'Italia sul tetto del mondo calcistico, lui che è unanimamente considerato tra i migliori interpreti di sempre nel suo ruolo, è stato stavolta costretto ad ingoiare un boccone amaro ed indigesto.
L' eliminazione dalla fase finale dei Mondiali di Russia è certamente un passaggio mortificante nella storia di una Nazionale con invidiabile background calcistico come quella italiana.
Buffon, ad un passo dal suo sesto Mondiale, dovrà guardare da casa la massima rassegna iridata, chiudendo così, dietro le quinte del palcoscenico, la sua straordinaria avventura con la maglia dell'Italia.
Omaggi e celebrazioni plurime all'uomo ed al professionista, attestazioni di stima ed ammirazione al percorso umano ed alla splendida carriera, ormai prossima alla conclusione. Colleghi, personalità illustri del mondo dello sport e non solo, addetti ai lavori, semplici tifosi ed appassionati di calcio: tutti hanno rivolto un pensiero dolce ed accorato, una pacca, un abbraccio ideale al portierone della Juventus e della Nazionale italiana.
Tutti o quasi, poiché esistono anche le voci fuori dal coro. Coloro che valutano ed interpretano determinati atteggiamenti da un altro punto di vista, decisamente in controtendenza.
Emblematico in merito, il pezzo di Gianluigi Veneziani pubblicato sull'edizione odierna di Libero di cui vi proponiamo qui di seguito un corposo estratto.
"Caro «Piangigi» Buffon, le tue lacrime fanno ridere"
Il lamento ha valore se accompagna momenti solenni come gli addii e le finali Ma per il portiere della Juve non è certo una novità: singhiozza dopo ogni sconfitta.
"Cazzo piangi, Gigi, o meglio, come da oggi dovremmo ribattezzarti, PianGigi Buffon? Il tuo pianto l’altro ieri, dopo l’eliminazione e umiliazione dell’Italia, qualcuno potrebbe anche romanzarlo e leggerlo poeticamente come faceva Umberto Saba allorché cantava del «portiere caduto» e del «compagno in ginocchio che scopre pieni di lacrime i suoi occhi». Ma noi no, perché non c’è epica nel tuo finale, perché il pianto si riserva a epiloghi gloriosi, a scontri tragici e persi in modo ingiusto, a battaglie eroiche combattute fino in fondo, dove mancò la fortuna ma non il valore. (...) Ma piangere perché a un Mondiale non ci sei nemmeno arrivato è pura autocommiserazione: se la tua squadra in campo ha fatto piangere, le tue lacrime finali fanno solo ridere. (...) a diventa pianto sterile se è reiterato, se si ripresenta sempre uguale, se segna il sottofondo emotivo di ogni uscita da una competizione, come hai fatto tu che hai pianto dopo l’eliminazione dell’Italia dall’Europeo nei quarti di finale contro la Germania, che hai pianto dopo la sconfitta della Juve nella finale a Cardiff contro il Real, e che forse piangerai ancora quando lascerai del tutto il calcio e non solo la Nazionale (...)".
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