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L'EX PALERMO

Napoli, senti l’ex Aronica: “Garcia è nel pallone, Osimhen e Kvara sono scontenti”

Palermo
Le dichiarazioni di Salvatore Aronica, ex calciatore di Palermo e Napoli tra le altre, sul percorso iniziale della squadra di Rudi Garcia in A.
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Subentrato a stagione in corso e fermatosi ai playoff di Eccellenza, Salvatore Aronica è stato per pochi mesi l'allenatore della Don Carlo Misilmeri nella passata annata calcistica. Poi l'addio a fine stagione ai colori biancorossi e il ruolo da svincolato di lusso tra i Dilettanti. Oggi, l'ex calciatore di Palermo e Napoli tra le altre, si è soffermato - ai microfoni di "TuttoMercatoWeb" - sul percorso iniziale, in campionato, della squadra di Rudi Garcia, sconfitta nell'ultimo turno dalla Fiorentina di Vincenzo Italiano. Di seguito, le parole di Aronica:

Che idea si è fatto sulla situazione del Napoli? “Ripetersi non è mai semplice. Lo scorso anno è stato fatto un qualcosa di incredibile. Si sapeva che sarebbe stato difficile ripetersi ed a tutto questo è stato aggiunto il fatto che è cambiato l’allenatore. Il problema è lo spogliatoio e si vede. Ogni volta che viene sostituito qualcuno si lamenta”.

Quale può essere il problema? I rinnovi che non arrivano? “Diciamo che il problema sono i rinnovi. Kvaratskhelia non è contento di quello che guadagna. Osimhen, anche, non è contento. Se ci metti anche che i risultati non arrivano la miccia che già c’era si è accesa. Garcia in questo momento si vede è nel pallone”

Sui problemi che si vedono in difesa? “Quando è arrivato Kim c’era preoccupazione per il fatto che dovesse sostituire Kim. Il coreano, poi, si è dimostrato all’altezza. Per comprare un difensore che possa tenere palcoscenici di alto livello c’è bisogno di un grande investimento. Io, comunque, non credo che Natan sia il problema ed anzi penso che abbia dimostrato di essere un calciatore di livello. Il problema è il gruppo”.

I troppi cambi hanno creato problemi? “Il Napoli aveva un gioco collaudato e che funzionava bene. Io penso che si dovesse continuare su quella falsariga. Il continuo cambiare per me è sintomo di non tranquillità. Per esempio Osimhen in una gara in cui si deve rimontare non si può mai levare. Le pressioni sono tante e Garcia è in difficoltà”.

La sosta è un aiuto o complica ancora di più la situazione? “Per me bisognava continuare a giocare per poter ripartire. Quindici giorni di lavoro senza partita con molti calciatori in nazionale diventa frustrante. Se ci fosse un rigetto della squadra non sono d’accordo con il loro atteggiamento perché i professionisti devono rispettare la scelta della società”.

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