Parla Kalidou Koulibaly.
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Napoli, Koulibaly: “Italia indietro sul razzismo, bisogna combatterlo tutti insieme. Adesso tocca a noi…”
Il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly, sabato sera tornerà a San Siro dove lo scorso 26 dicembre fu oggetto di cori razzisti
Il difensore senegalese, intervenuto ai microfoni ufficiali del Napoli Calcio, si è soffermato sulla questione razzismo, tornata in auge dopo i fatti accaduti, ai danni dello stesso, lo scorso 26 dicembre in occasione della gara contro l'Inter a San Siro, stadio in cui il classe '91 tornerà sabato 26 gennaio per sfidare il Milan di Gennaro Gattuso.
Di seguito, le sue dichiarazioni.
"Ci sono state molte cose positive, nonostante tutto. La mia famiglia mi è stata vicina e questo mi ha fatto piacere. La famiglia è la cosa più importante di questo mondo. Poi ho ricevuto tanti messaggi di amici o semplicemente conoscenti, che mi hanno scritto sui social. Sono stati venti giorni di sostegno importante. Sono successe cose brutte, ma il sostegno che ho avuto non lo dimenticherò mai. In questo periodo sono maturato molto. Prima non avrei risposto in questo modo. Siamo tutti uguali - ha sottolineato Koulibaly -, me lo hanno insegnato da piccolo. Purtroppo questa è una lotta che va avanti da tempo. Non mi fa piacere esserne testimonial, perché dovrebbe essere chiaro a tutti che non ci sono differenze tra le persone".
La lotta alle discriminazioni dovrebbe partire dalle scuole: "Ne parlammo in una scuola a Milano un anno fa: è questa la strada giusta. Questi valori vanno insegnati ai bambini. Mio figlio già lo sa e non ne ha bisogno, ma è sempre difficile spiegare a un bambino cos'è il razzismo. Quando lo porto a scuola mi viene da sorridere, è bella l'accoglienza che mio figlio riceve dagli altri bambini. Per loro è normale essere tutti uguali".
"Le differenze tra la Francia e l'Italia - ha proseguito - sono tante. In Francia ci sono nato e non ho mai avuto problemi di questo tipo, neppure nel mondo del calcio. Sono cresciuto con amici turchi, senegalesi, arabi. Eravamo tutti misti, ma non ci sono mai stati problemi. Anche nella Nazionale ci sono tanti giocatori di colore e quello, in Francia, non è mai stato un problema. Ecco perché per me la Francia è un paese a parte. Sono avanti rispetto a noi. In Italia, quando sono arrivato, ero concentrato sul campo. Poi, quando ho capito l'italiano e cosa diceva la gente, ho iniziato a capire i primi cori contro i napoletani. Mi è dispiaciuto molto, Napoli è una bellissima città. Dispiace succeda questo, ci sono anche giocatori nostri che vanno in nazionale come Insigne. Bisogna pensarci due volte prima di fare quei cori. Il calcio è uno sport popolare. Tocca a noi fare un passo avanti per combattere le discriminazioni. Possiamo farcela. Ci sono già tante operazioni e possiamo fare sempre di più per il razzismo - ha concluso Koulibaly -".
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