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Trapattoni: “Donnarumma il dopo Buffon. Milan, ora ogni obiettivo diventa possibile”. E su Juventus e Inter…

Trapattoni: “Donnarumma il dopo Buffon. Milan, ora ogni obiettivo diventa possibile”. E su Juventus e Inter…

L'intervista all'ex commissario tecnico della Nazionale Italiana: "La Juve deve reagire, una partita si può anche perdere".

Mediagol7

Poco più di dieci ore e sarà Genoa-Milan, match valido per la decima giornata del campionato di Serie A.

La squadra di Vincenzo Montella, reduce dalla vittoria contro la Juventus, potrà contare ancora una volta su due baby fenomeni, ormai uomini copertina dei rossoneri: Gianluigi Donnarumma e Manuel Locatelli. Di questo, e di altro ancora, ha parlato Giovanni Trapattoni, intervistato ai microfoni di Tuttomercatoweb.

"Quando sei in una condizione psicologica ottimale ti convinci che gli altri non sono invincibili. Quando hai entusiasmo credi a tutto, ogni obiettivo diventa possibile perché soffri meno la pressione. Donnarumma il dopo Buffon? Le qualità le ha tutte - ha dichiarato il Trap -. Ha anche un'agilità muscolare che altri non hanno. Poi mi sembra abbia anche la testa a posto. Sì, può essere indicato come l'erede di Buffon. Genoa-Milan? Sulla carta dovrebbe essere abbastanza facile, anche se Juric sta facendo bene. Questa partita viene dopo una vittoria sulla Juventus, i punti che separano il Milan dai bianconeri sono pochi: oggi i rossoneri possono fare ancora bene".

Juventus - "È sempre dura a morire. Nel dna ha la vittoria. Torino è una città particolare, vive un po' distaccata da Milano e Roma. Questo può essere un punto di forza. La Juve deve reagire, una partita si può anche perdere. L'importante è non scivolare".

De Boer e l'Inter -"Mi sembra che De Boer abbia avuto una garanzia importante della serie 'non preoccuparti delle chiacchiere'. Questo è un segnale, quando la squadra vede che l'allenatore non ha fiducia va per conto suo e invece non è così. Chiaro, contro il Torino bisogna vincere perché sbagliare è umano ma perseverare è catastrofico. Perché questa fatica? Viene da una scuola olandese, dove si sentivano irresistibili. Ormai il calcio è diventato mondiale, è difficile per tutti e dipende dai momenti. Ci sta che una squadra sia in difficoltà psicofisica", ha concluso l'ex commissario tecnico della Nazionale Italiana.