Paolo Maldini compie oggi cinquant'anni.
serie a
Milan, Maldini si racconta: “La finale di Istanbul e quel litigio con un tifoso…”
Paolo Maldini si racconta in una lunga intervista a Sky Sport nel giorno dei suoi 50 anni
Un grande traguardo per l'ex capitano del Milan che, in una lunga intervista a Sky Sport, ha ripecorso le tappe della sua carriera. Una su tutte, rimasta nella sua mente e in quella di tutti i tifosi milanisti, è quella della finale di Champions League a Istanbul del 2005. Un evento che ha segnato Maldini, tanto che nel post partita c'è stato un piccolo battibecco con un tifoso.
"Io do l’anima, io posso anche morire in campo, però, una volta che lo faccio, non mi devi dire ‘Impegnati’ o ‘Sei un… poco di buono’. Il tifoso milanista mi disse ‘Vergognati, devi chiedere scusa’. Sono andato davanti a questo tifoso. Come capitano non potevo accettarlo. Non potevo accettare che un ragazzino di 22 anni – io giocavo da 20 anni al Milan – dopo una partita del genere, mi dicesse qualcosa. Solo io sono andato a ‘parlare’, per modo di dire. Non ero solo, ma sono andato solo io. Mi sentivo toccato. Io ho avuto quei 7-8 secondi in cui ho reagito d’istinto. C’era anche la mia famiglia con me".
Maldini ha anche parlato del rapporto con gli allenatori passati da Milanello: "Sono legato a tutti, però Liedholm è stata la persona che ha creduto più in me, dopo mio padre. Capello l’ho avuto in Primavera ed è quello che mi ha fatto cambiare la mentalità da ragazzino a professionista. Tanti consigli che mi ha dato mi son rimasti per sempre nella carriera. Sacchi è quello che ha stravolto completamente il mio modo di pensare il calcio, con uno stravolgimento pazzesco della preparazione fisica. E Ancelotti è stato mio compagno con Sacchi e poi è diventato l’allenatore che mi ha accompagnato fino a fine carriera e sono stati gli anni più belli".
© RIPRODUZIONE RISERVATA