Christian Eriksen ripercorre la sua stagione in nerazzurro.
serie a
Inter, Eriksen: “Scudetto punto di partenza, ora apriamo un ciclo. Conte? Ho capito perchè non giocavo”
Le parole del centrocampista danese sulla stagione dell'Inter e sulla sua crescita personale
A gennaio era considerato uno dei papabili giocatori che avrebbero lasciato l'Inter, complice l'assenza di feeling con Conte e lo scarso impiego. Oggi, Christian Eriksen, è considerato tra i principali protagonisti della cavalcata nerazzurra culminato con la vittoria dello scudetto.
"Vivo forse il momento migliore della mia carriera. Non ho rivincite da prendere contro nessuno. Io gioco soltanto a calcio, a volte va bene e altre male. Poi questo sport cambia velocemente, praticamente ogni settimana. Sei mesi fa vivevo una certa situazione, ma ora abbiamo vinto un trofeo e posso solo dire di essere molto felice di stare all'Inter. Sei mesi fa potevo essere considerato fuori, è vero, ma ora è cambiato tutto. Nessuno può prevedere il futuro, ma sono contento di restare qui e di avere uno scudetto sul petto. Questo scudetto era difficile da raggiungere e invece ce l’abbiamo fatta a 4 giornate dalla fine: questo è un buon punto di partenza. Orapossiamo continuare e costruire un ciclo".
Intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport", Eriksen si è poi soffermato sul rapporto con Antonio Conte. "Lui è importantissimo per tutti, anche per il modo in cui giochiamo. Seguiamo alla lettera le sue indicazioni e in campo si vede. Siamo tutti felici di aver vinto con lui. Ma la sua permanenza non è una mia decisione: dipende da lui e dal club. Io sono arrivato con la mente aperta per imparare. Quello che non ho capito all’inizio è che dovevo seguire sempre il sistema di Conte. Che dovevo eseguire e ricordare tutte le giocate che lui aveva preparato per la squadra. In precedenza, ero più abituato all’intuito, ero libero di prendere decisioni in un secondo in base a quello che vedevo. Invece col mister c’è sempre un piano generale da seguire. Bisogna essere preparati, sapere sempre dove sono i compagni e dove possono spostarsi. Ho dovuto imparare tutto questo, adattarmi a un ritmo diverso, poi a gennaio ci siamo parlati e ho iniziato a giocare di più e a dimostrare che ero capace. Conte dove va, vince e questo è impressionante. Sono felice di averlo come allenatore. Abbiamo una relazione professionale: so che da me vuole il massimo, me lo ripete e io ce la metto tutta".
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