Un lungo passato in nerazzurro.
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Bolzoni: “Inter? Quanti ricordi, se non avevamo scarpe nere le pitturavano. Mancini stravedeva per me”
Le dichiarazioni dell'ex centrocampista di Inter e Palermo, oggi in forza al Novara.
Francesco Bolzoni, ex centrocampista del Palermo, oggi in forza al Novara, è stato intervistato da FcInterNews Mag: fra i temi trattati dal classe '89 anche la sua lunga esperienza in quel di Milano. "A chi il merito di avermi scoperto? Sicuramente Samaden, quando arrivai negli Esordienti lui era l'allenatore. Mi ha scoperto e voluto in nerazzurro nell'ormai lontano 2001. Quali sono i momenti da 'copertina' della mia avventura nel settore giovanile? In ordine cronologico, il ritiro con gli Esordienti. Io arrivavo da una realtà di paese e il fatto di andare a lavorare in montagna era bellissimo per un ragazzino della mia età. Poi indubbiamente, nonostante la sconfitta, la prima finale nella categoria Giovanissimi Nazionali e il torneo del centenario del Real Madrid. Non posso inoltre non ricordare l'intera annata con gli Allievi Nazionali, dopo essere rientrato da un brutto infortunio - ha dichiarato Bolzoni -. Gli ultimi bellissimi ricordi, invece, mi portano con la mente allo Scudetto conquistato nel 2006-2007 e il 'Torneo di Viareggio' del 2008. Secondo me una delle annate migliori nella storia del settore giovanile dell'Inter. Avevamo un grande Mario (Balotelli, ndr) che fu devastante nell'ultima parte di stagione, poi una base di giocatori che successivamente hanno fatto una grande carriera ad alti livelli. E penso a Siligardi, Biabiany e Bonucci, oltre che lo stesso Balo. A inizio campionato non avremmo mai pensato di poter vincere, ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Quale aspetto mi colpì in modo particolare? Il colore delle scarpe. Il club voleva che tutte fossero nere e chi non rispettava questa regola doveva necessariamente cambiarle. Oppure, senza saperlo, le stesse venivano pitturate di nero. All'Inter c'è sempre stato grandissimo rispetto e precisione massimale, anche nei dettagli. Sono cresciuto in un settore giovanile dove l'educazione ha rappresentato sempre e comunque un aspetto fondamentale".
Esordi - Chi lo fece esordire sia in Coppa Italia, sia in Champions League è stato Roberto Mancini, attuale tecnico nerazzurro. "Per me è stato importantissimo, in poco tempo mi ha portato dalla Primavera alla Prima Squadra, nonostante ci fossero ragazzi più conosciuti di me. Ma Mancini stravedeva per me, mi diceva spesso di essere più sicuro e di credere nelle mie potenzialità, talvolta anche usando parole dure. Parole che mi hanno sicuramente aiutato nella mia crescita. Il mio esordio in Champions League al Meazza, impossibile da dimenticare. Senza dubbio il ricordo più bello della mia carriera". Con Mourinho in panchina, invece, l'esordio in Serie A. "A Cagliari, anche questo un bellissimo ricordo. Ma arrivò due anni dopo quello in Champions League, quindi fu diverso. Con il mister mi sono trovato benissimo, gestì uno dei gruppi migliori della storia del calcio e per noi giovani non era facile imporsi con campioni del genere, in una squadra costretta a vincere".
Mancini vs Mourinho -"Con Mancini ho avuto a che fare prevalentemente in fase di preparazione delle partite, mentre in settimana mi allenavo con la Prima Squadra solo un paio di volte. Con Mourinho, invece, ero sempre con loro. Il primo forse è un po' più 'cattivo', ma sono entrambi carismatici al massimo. E parliamo comunque di due grandissimi allenatori. Non mi sarei mai aspettato di andare via, fu un duro colpo. Il Genoa mi voleva fortemente, ma io parlai spesso con José per fargli capire che non volevo essere ceduto. Alla fine accettai, e possiamo dire che proprio in quel momento ebbe inizio il Triplete dell'Inter (ride, ndr). Scherzi a parte, non fu facile lasciare la squadra in cui avevo giocato negli ultimi dieci anni, infatti mentalmente ricominciai solo a novembre. Ma poi pian piano si riparte".
Bilanci -"Il passato è il passato, sono comunque soddisfatto della mia carriera e di quello che ho fatto finora. Ho davanti a me ancora diverse stagioni ad alti livelli. Tanti miei ex compagni, sia a Palermo che a Novara, mi hanno detto che sono stato sfortunato a emergere in una squadra di campioni, sottolineando che, chissà, in questi ultimi anni tanto particolari per l'Inter avrei potuto avere maggior spazio, ma resto orgoglioso di aver condiviso delle emozioni uniche con campioni di livello mondiale. Insomma, va bene così", ha concluso l'ex rosanero.
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