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serie a
“Ho vissuto il Covid in prima persona”.
Ha confessato Daniele Pradé. Il direttore sportivo della Fiorentina, intervenuto ai microfoni di 'Sky' nel corso della trasmissione “Il calciomercato che verrà”, è tornato a parlare dell'emergenza sanitaria globale legata alla diffusione del Coronavirus, raccontando i suoi 48 giorni da incubo: "Nella nostra famiglia, si sono ammalati in 9, il virus l’ho portato in casa io: mia moglie, mia figlia, i miei cognati e i nipoti. E soprattuto ai miei suoceri, per cui ho avuto molta paura. Sono stati ricoverati trenta giorni, e per fortuna sono stati allo Spallanzani, uno dei migliori centri al mondo per questo virus”.
“È un virus subdolo, bastardo. Fa male - ha proseguito -. Non riesci ad alzarti dal letto, hai febbre alta, sudore, diarrea, tosse. E la preoccupazione diventa tanta: quando vedi che le persone intorno a te si ammalano, e poi addirittura arriva l’ambulanza per ricoverare i tuoi suoceri, senti davvero cose che ti toccano in primo piano. Per fortuna l’abbiamo passata e io sarò sempre un portavoce sulle misure da seguire”.
A seguito dell'Assemblea svoltasi nella giornata di ieri, la Lega Serie A, ha trasmesso tramite un comunicato quanto deciso dai venti club italiani: la data fissata per la ripresa del massimo campionato è il 13 giugno 2020: "Quando hai precauzioni e accorgimenti, sai che puoi ripartire. E io lo dico, sarò testimone di questo: il calcio sarà un veicolo giusto per la nostra nuova vita, perché con il virus dovremo convivere", ha concluso Pradè.
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