Franck Ribéry si racconta.
palermo
Ribéry e la cicatrice che ha segnato la sua vita: “La gente mi fissava ed offendeva sempre, ho sofferto molto…”
L'esterno offensivo del Bayern Monaco, abbandonato dai genitori quando era soltanto un neonato, parla del tragico incidente subito all'età di due anni che ha segnato la sua infanzia: "Ovunque andassi la gente mi fissava sempre, e non perché...
L'esterno offensivo del Bayern Monaco, abbandonato dai genitori naturali quando era soltanto un neonato, ha parlato al quotidiano sportivo spagnolo AS del tragico incidente automobilistico subito all'età di due anni, che ha segnato la sua infanzia e marcato il suo carattere (oltre che il suo viso): "La cicatrice... è lei che mi ha dato questo carattere e questa forza. Perché quando sei un bambino e hai una cicatrice come questa non è facile, il modo in cui le persone ti guardano, ti criticano, ti offendono... la mia famiglia ha sofferto molto questo aspetto".
Sulla crudeltà delle persone, il giocatore francese con la maglia numero 7 del club bavarese ha dichiarato: "La gente dice cose come 'guarda la sua cicatrice, la sua testa e quella cicatrice, è brutto...'. Ovunque andassi la gente mi fissava sempre, e non perché fossi una persona buona, non perché il mio nome fosse Franck, non perché fossi bravo a giocare a calcio, ma per la cicatrice. Nonostante fossi giovane e mi recasse molto fastidio, non mi sono mai messo a piangere. Non ho mai versato una lacrima, anche se ho sofferto".
Franck Rybéry è certamente il protagonista di una delle storie d'infanzia più dure nella storia del calcio, abbandonato dai genitori biologici in un convento di monaci subito dopo essere nato, ha trasformato i suoi problemi in una vita di successi sportivi. E sui segni che hanno marcato il suo viso e la sua esistenza, ha dichiarato negli scorsi anni: "Non farò mai una chirurgia estetica per eliminarle, le mie cicatrici sono parte di me".
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