Una vicenda che ha fatto presto a terminare sulla ribalta mediatica.
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Furto Catania, Biagianti ritrova tutto tranne la fede nuziale: “Simbolo di vita, impossibile dimenticare”
Il capitano del Catania dopo il furto avvenuto negli spogliatoi del Granillo mercoledì pomeriggio: "Purtroppo non è affatto vero che da parte mia ci sia piena soddisfazione. Vi spiego perché".
Del furto avvenuto nello spogliatoio del Granillo ai danni del Catania durante il match contro la Reggina si parla da un paio di giorni. Dopo il botta e risposta a distanza tra il patron del club calabrese e Pietro Lo Monaco (amministratore delegato dei rossazzurri), parla il capitano degli etnei, Marco Biagianti: grazie all'intervento dell'Autorità di Pubblica Sicurezza, la refurtiva è stata recuperata quasi in toto con l'eccezione, non trascurabile, della fede nuziale dello stesso Biagianti.
"Ringrazio tutte le persone che si sono adoperate concretamente per assistermi e quelle che mi hanno mostrato solidarietà: compagni di squadra, dirigenti e collaboratori del Catania, i nostri straordinari tifosi che mi hanno inviato moltissimi messaggi e tutti gli sportivi contrariati dalla vicenda. Purtroppo - precisa Biagianti - non è affatto vero che da parte mia ci sia “piena soddisfazione”. All'appello manca infatti un anello che per me è un importante simbolo di vita e, di conseguenza, dimenticare quanto accaduto sarà impossibile. Con un velo di amarezza, a prescindere dalle responsabilità che verranno appurate, trovo francamente incredibile che un atleta impegnato nello svolgimento di una gara professionistica sia costretto a fare i conti con simili sorprese. Uno spogliatoio non più inviolabile diviene un fattore di rischio, non soltanto per gli oggetti ma anche per le persone: è intollerabile".
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