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Brescia, Bisoli: “Qui a vita. Qualcuno mi ha cercato, ma ho staccato il telefono…”

Palermo
Le dichiarazioni rilasciate dal capitano delle Rondinelle: "Chi va in Serie A? Col cuore dico Brescia e Südtirol, ma con la testa potrei fare tanti nomi, troppi".
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"La retrocessione è alle spalle. Adesso ci sono voglia ed entusiasmo per una stagione di rivincita, per regalare soddisfazioni alla città. Da capitano mi sono assunto tutte le responsabilità, adesso ripartiamo motivati, come dimostrato in tutto il precampionato". Lo ha detto Dimitri Bisoli, intervistato ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport". Diversi i temi trattati dal centrocampista e capitano del Brescia, club con il quale ha giocato 235 partite mettendo a segno 27 reti: dalla corte di altre società nel corso della sessione estiva di calciomercato, con il Palermo che aveva messo nel mirino proprio il classe 1994, agli obiettivi della compagine allenata da Daniele Gastaldello riammessa in Serie B dopo il fallimento della Reggina.

"Com’è stata l’estate in attesa della riammissione? Difficile, tormentata. Però la società e Gastaldello ci hanno sempre fatti stare sul pezzo, ci siamo allenati bene e ci siamo fatti trovare pronti. Non ci è mai mancato nulla, ci abbiamo messo sempre entusiasmo. Se mi allenavo come sempre con mio padre? Un po’ meno, mi ha abbandonato... Stava di più con mio fratello che lavora con lui, ma qualche allenamento l’abbiamo fatto perché ci tenevo ad arrivare in ritiro in forma e lui mi ha massacrato più del solito, perché l’anno scorso lui ha fatto i playoff e io sono retrocesso...", le sue parole.

MERCATO -"Quest’estate suonava anche il telefono per il mercato? E io lo staccavo. Non ho mai pensato minimamente di andare via. Qui è nata mia figlia, qui a giugno mi sposo. Quello che provo per questa squadra viene dal cuore ed è difficile da descrivere. Essere capitano come lo è stato Baggio è un onore: vedo le sue foto, di Guardiola, Pirlo, Caracciolo, mi vengono i brividi. Chi mi ha cercato? Non posso dirlo. Mi piacerebbe sposare il Brescia a vita, ma me lo devo meritare. Se mi chiedono di firmare a vita, firmo bendato. Sì, spero di fare... due matrimoni. Io sono un giocatore normale, ma con questa maglia e la fascia mi sento un campione. Qui ho giocato in Serie A, il Brescia viene solo dopo mia figlia".

SOGNO SERIE A - "Nel Brescia a vita per...? Se posso sognare, dico per tornare in Serie A: la città lo merita. E la società, con il nuovo centro sportivo, è cresciuta tanto. Sono arrivati giocatori forti, di categoria. L’anno scorso nelle difficoltà abbiamo costruito un bel gruppo, quindi siamo ripartiti molto uniti e i nuovi si sono inseriti molto bene. Di errori ne abbiamo fatti, certo. Dobbiamo avere più equilibrio, non deprimerci quando le cose vanno male e non esaltarci se vinciamo una partita".

SERIE B -"E’ il solito campionato, sempre difficile. Puoi perdere con tutti. Il Südtirol di mio padre l’ha dimostrato, facendo qualcosa di incredibile. E visto adesso il Catanzaro? Chi va in Serie A? Col cuore dico Brescia e Südtirol, ovvio, ma con la testa potrei fare tanti nomi, troppi... I recuperi? Mi piace giocare ogni tre giorni, così resti sempre concentrato e recuperi in fretta dalla fatica. La sfida contro mio padre? Lui resta il mio mito, il mio giocatore di riferimento. L’anno scorso mi sono gufato, stavolta non dico niente: spero che prima della gara parli lui...".

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