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ZENGA:”Zampa,fai come Catania.Fidati tuo coach”

Le due sconfitte consecutive rimediate al “Renzo Barbera” dal Palermo contro Cesena e Siena, hanno alimentato le prime indiscrezioni e i primi “dubbi” sull’immediato futuro.

Mediagol8

Le due sconfitte consecutive rimediate al “Renzo Barbera” dal Palermo contro Cesena e Siena, hanno alimentato le prime indiscrezioni e i primi “dubbi” sull’immediato futuro di Devis Mangia in rosanero. C’è anche chi – come SportMediaset – ha già fatto i nomi dei potenziali successori. Se le prossime sfide esterne con Catania e Novara saranno decisive per il futuro di Mangia? La redazione di Mediagol.it lo ha chiesto in esclusiva all’ex tecnico rosanero, Walter Zenga. “La differenza sostanziale che esiste tra Catania e Palermo è che dall’altra parte della Sicilia, l’allenatore viene sostenuto incondizionatamente, a parte Giampaolo che è stato credo un singolo episodio. Ricordo anche quando ero io a Palermo e a Catania c’era Atzori che la società l’ha sostenuto fino all’inverosimile, a Palermo, invece, dipende da come il presidente si sveglia la mattina, da quello che il patron pensa in quel momento – ha spiegato con un filo di ironia Coach Z - Se si punta su un giovane come Mangia, adeguandogli e prolungandogli anche il contratto, non si può andare dietro a due partite perse. Spero proprio che una volta tanto non si vada dietro queste due sconfitte. Zamparini per adesso dice che Mangia non rischia? Il presidente lo conosco bene… ma io non so se lui ascolta molto i suoi collaboratori, se vede le partite o meno perché ai miei tempi le partite non le vedeva o al massimo le vedeva in differita. Anche questo era un motivo di discussione tra me e lui, dipende da chi gli riporta le cose. Io ho avuto delle esperienze con persone che non vedevano le partite e che poi a fine gara ti dicevano ‘a, b e c’. Ma la cosa divertente è che mi chiedevo come mai venivano a raccontarmi certe cose se la partita non l’avevano neanche vista in diretta. Diciamo che è sempre il tramite, quindi, il punto di riferimento. Per questo bisogna vedere chi dice le cose, come le racconta e come vengono recepite”.