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Tiago: “Con la Juve voglio segnare al più presto”

Nella puntata di stasera di “Permette Signora“, la rubrica dedicata alla Juventus in onda ogni giovedì alle ore 18.30 (e in replica a mezzanotte) su Sky Sport 1, intervista esclusiva.

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Nella puntata di stasera di “Permette Signora“, la rubrica dedicata alla Juventus in onda ogni giovedì alle ore 18.30 (e in replica a mezzanotte) su Sky Sport 1, intervista esclusiva al centrocampista bianconero Tiago. Ranieri ha allenato il Chelsea fino al 2004, poi siete arrivati tu in campo e Mourinho in panchina. Cosa ricordi di quell’anno e che Chelsea avevi trovato? Ho trovato un Chelsea nuovo, con tanti giocatori nuovi, una squadra che non vinceva da tanti anni il campionato, ma che aveva tanta voglia di vincere. Mi ricordo molte partite, quasi tutte vinte, abbiamo perso solo una volta in campionato. Ho fatto anche qualche bel gol in Inghilterra. A livello personale, invece, è stato un periodo difficile. Mia moglie era incinta, eravamo giovani. Era la prima volta che lasciavamo il Portogallo, non è stato facile. Mourinho ha detto che se avesse potuto tornare indietro, non ti avrebbe più ceduto. Ti è rimasto il rammarico di avere lasciato il Chelsea dopo un solo anno? No. E’ stata una decisione difficile per me, tutti mi chiedevano di rimanere, soprattutto Mourinho, ma io volevo giocare, giocare sempre. Il Chelsea aveva Makelele, Lampard ed Essien che erano le prime scelte. Il Lione, invece, puntava su di me come titolare. Eri convinto che anche alla Juve saresti stato titolare? Sì, ero convinto che avrei giocato come titolare e ho sbagliato. Appena ho incontrato delle difficoltà la mia testa è andata in tilt. Io pensavo di essere la prima scelta e che la Juventus fosse modellata su di me. Sbagliavo, ero io che mi dovevo modellare sulla Juventus e sul progetto dell’allenatore. Veniamo all’attualità: il pareggio con la Sampdoria e la vittoria dell’Inter chiudono i conti per lo scudetto? Chiudono no, ma in questo momento non possiamo più parlare di scudetto. Noi dobbiamo giocare e guardare all’Inter: 9 punti sono tanti. Secondo te Cassano è un giocatore che può far fare un salto di qualità a una grande squadra come la Juventus? La qualità ce l’ha. Sento tante cose su Cassano, posso dire che può dare qualità a una squadra, per il resto non so. Due numeri 10 come Del Piero e Cassano possono coesistere in una stessa squadra? Penso di sì. Non sono un allenatore, ma penso di sì. Ranieri lo hai ritrovato alla Juventus un anno fa, era proprio lui che ti aveva voluto. Che cosa era successo: tu non hai capito lui o lui non ha capito te? Non è una questione di capire, non è stato facile il mio adattamento. Non posso dire che lui non mi ha capito o che io non ho capito lui. L’impatto con il vostro calcio è stato diverso, sono cambiate tante cose. Cosa rispondi a chi diceva che il tuo era un problema di personalità? E’ vero, ero solo io il problema. La qualità ce l’ho, l’ho dimostrata nella mia carriera. Ho la qualità per giocare nella Juve, meglio di come ho fatto fino ad oggi. Dovevo mettere a posto la testa e dimostrare all’allenatore che ho le qualità anche per giocare come vuole lui. I tuoi compagni ti hanno sempre difeso e hanno sempre ripetuto che con te in campo si sente che la squadra gira meglio… Loro sono stati bravissimi: quando tutti mi volevano buttare giù, loro mi hanno dato una mano, a loro devo tanto. Se sono ancora qui alla Juve lo devo anche a loro che mi hanno aiutato. In allenamento riuscivo a far giocare la squadra come piace a me, mentre in partita la squadra non giocava il mio calcio. Credo che in questo momento gioco come la Juve vuole, ma anche la Juve gioca come me. In questa Juve c’è un po’ di me. Questa estate eri sul punto di andar via, invece sei rimasto. Perché? Per tanti motivi. Le offerte che avevo non mi interessavano e poi perché dicevo che non potevo andar via dalla Juve. Avevo la voglia di dimostrare il mio valore e vincere nella Juve, non volevo mollare. E’ stato veramente difficile. Ho pensato tante volte di andare via, ma c’era qualcosa dentro di me… Compagni e famiglia credevano in me e quello mi ha dato una grande spinta, sapevo che un giorno tutto sarebbe cambiato. A ottobre la Juventus va in crisi. Problemi di gioco in mezzo al campo, poca qualità. Poi, arriva Bologna-Juventus ed entri tu: è quella la tua svolta? Sì, è stato un momento bellissimo per me. Non mi ero allenato bene in settimana per un problema muscolare. Ranieri mi ha comunque chiesto di giocare 45 minuti. Io avevo davvero tanta voglia di giocare. Ho giocato 80 minuti e le cose sono andate bene. E’ stata davvero la partita della svolta. E’ tornata la lavatrice? La lavatrice… mi chiamavano così a Lione, adesso voglio un altro nome. Ora voglio soltanto giocare, giocare bene. Sono da due anni alla Juve e non ho dei bei ricordi: io voglio avere dei bei ricordi con la Juve. Come è cambiato il tuo rapporto con Ranieri? E’ cambiato un po’, ora ci siamo capiti: era il problema più grande, non ero il giocatore che conosceva. Lui mi ha voluto alla Juve, io non ho giocato bene e ne ha risentito il rapporto. Ora siamo più vicini. Mi ricordo che quando non sono andato al Monaco, lui è venuto da me e mi ha detto: “Sei rimasto, io conto su di te, ora dimostra il tuo valore”. Un gol come quello che hai segnato allo United con la maglia del Chelsea o al Saint Etienne con il Lione: possiamo dire che è questo che ancora ti manca alla Juventus? Mi manca anche uno di quelli normali, perché voglio segnare visto che è da tanto tempo che non segno. Io ero un giocatore che segnava. Mi manca il gol, devo cercarlo e farlo al più presto possibile. Espugnato il Santiago Bernabeu, adesso c’è lo Stamford Bridge: la Juve saprà esaltarsi come a Madrid? Per forza, dobbiamo fare una partita del genere, altrimenti a Londra sarà difficile giocare contro il Chelsea. Anche loro non vanno bene in campionato e daranno tutto in Champions. Abramovich vuole vincerla, loro hanno cambiato allenatore, mi aspetto un Chelsea fortissimo. Noi dobbiamo rispondere al meglio, dovremo avere grande volontà per ottenere il massimo. La Champions è un sogno o un obiettivo possibile? Tutti e due. Io voglio vincere la Champions, non so se quest’anno o l’anno prossimo, ma io voglio vincerla. Con quale maglia ti vedi l’anno prossimo? Della Juve, sicuramente della Juventus.