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RETROCESSIONE: IMPLICATO ANCHE IL TORINO DI VENTURA?

di Claudio Scaglione Le giornate che mancano alla resa dei conti, al cosiddetto “showdown”, si contano davvero sulle dita di una mano: cinque turni da disputare e i giochi saranno fatti..

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di Claudio Scaglione Le giornate che mancano alla resa dei conti, al cosiddetto “showdown”, si contano davvero sulle dita di una mano: cinque turni da disputare e i giochi saranno fatti. Se il discorso scudetto è praticamente archiviato – sarebbe illogico non cucirlo infatti sulla maglia della Juventus –, quello legato alla retrocessione è aperto più che mai. Lo spirito di sopravvivenza è un fattore di primaria rilevanza e, in questi momenti, porta ogni squadra a sovvertire qualsiasi pronostico: morale della favola, chi non abbia già raggiunto la fatidica quota di 40 punti, si tenga all’erta, perché le sorprese sono dietro l’angolo. È, dunque, sbagliato iscrivere alla corsa alla salvezza solo tre cavalli, vale a dire Palermo, Genoa e Siena: il Torino, al momento quintultimo con 36 punti, ha tutti i requisiti per poter iniziare a preoccuparsi. Innanzitutto la formazione di Giampiero Ventura paga sul piano del calendario. Andando in ordine cronologico, il Toro dovrà affrontare: una Juventus bramosa di completare il prima possibile la missione scudetto, quindi un Milan (al San Siro) che, forte del ritorno di Balotelli dalla squalifica, vorrà dare nuovamente l’assalto al secondo posto, dopodiché incontrerà il Genoa, sua diretta concorrente nella corsa alla salvezza e, infine, Chievo (a Verona) e Catania tra le mura amiche. Il programma non sorride certamente ai granata, i quali tra l’altro, per il momento, possiedono gli scontri diretti favorevoli solamente contro il Siena: contro il Genoa di Ballardini devono ancora disputare la gara di ritorno, mentre in entrambe le sfide con il Palermo non si è andati oltre lo 0-0. Eppure discorsi di questa natura sembravano davvero fuori luogo in casa Toro appena 37 giorni fa: era il 17 marzo e gli uomini di Ventura, riusciti ad imporsi nel finale sulla Lazio grazie al gol di Jonatas, guadagnavano tre posizioni, affiancando così a 35 punti ben cinque squadre, vale a dire Bologna, Sampdoria, Parma, Cagliari e Chievo. In quel periodo, il Palermo era addirittura sotto di 14 punti, il Siena di 10 e il Genoa di 9. Poi, però, ecco la primavera, la stagione che fa uscire dal letargo un Palermo rinvigorito da un pubblico sempre caloroso. Lo spirito battagliero esce fuori da chi si sente di aver un piede e mezzo dentro la fossa: è perciò che i rosa collezionano 8 punti in 4 gare, il Siena ne fa 5, il Genoa appena tre e il Torino solamente uno, ottenuto in seguito al pareggio maturato a Bologna. I granata, insieme al Pescara, hanno il rendimento peggiore nelle ultime quattro giornate e possono correre il rischio di allungare questo digiuno. Parlando di retrocessione, l’allusione alla sfortuna è davvero ricorrente: il Toro nei recenti turni di campionato è stato preso un po’ di mira da questi episodi. Ad esempio: e se i granata non avessero subìto le clamorose rimonte contro Cagliari, prima, e Napoli, poi, che hanno fruttato 0 punti anziché 6? E se il giocatore della Fiorentina, Romulo, non avesse segnato proprio allo scadere domenica scorsa, evitando che i granata tornassero a casa a bocca asciutta dalla trasferta di Firenze? E se Lamela non si fosse uscito dal cilindro quel magnifico gol due settimane fa che ha permesso alla Roma di espugnare l’Olimpico di Torino? Ragionando con i “se” e con i “ma” non ci si salva di certo, si può solamente recriminare: ma quanto serve in effetti lagnarsi? Il Toro ha adesso la consapevolezza che sarà chiamato ad un grandioso sforzo in quest’ultimo scorcio di stagione: senza volerlo, è anch’esso implicato nello spareggio salvezza, con una grande differenza, quella di poter contare su un discreto margine di vantaggio sulle concorrenti. Già li possiede 36 punti, le altre devono ancora arrivarci.