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PENSIERI E PAROLE IN LIBERTA Palermo scopre Armin Bae#269;inovie#269; il nuovo Liverani

di Benvenuto Caminiti Di nome fa Armin, di cognome Bae#269;inovie#269;, che prima che la massa dei tifosi lo memorizzasse ne ...ha passate tante, perché lo hanno chiamato, nell’ordine:.

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di Benvenuto Caminiti Di nome fa Armin, di cognome Bae#269;inovie#269;, che prima che la massa dei tifosi lo memorizzasse ne ...ha passate tante, perché lo hanno chiamato, nell’ordine: Macinomic, Berinovic, Bacinic, Piritovic, Mavinic, Bancic, Baracic etc, etc... Insomma, quando il duo Zamparini-Sabatini, invece del nazionale uruguagio Perez, inseguito fino all’ultimo respiro ed all’ultimo respiro sfumato per mano del Bologna (mica dell’Inter, del Milan o della Juve? No, del Bologna, una modesta società, ben alla portata della nostra) presero Ilicic e Bae#269;inovie#269;, tutti, addetti ai lavori e non, se la risero sguaiatamente, convinti d’aver subito l’ennesimo affronto: “Ma come, invece di migliorare peggioriamo?”, si chiesero. Ed aggiunsero : “Certu che miliuna pigghiati cu Cavani e Kjaer putevanu accattari unu buonu, no sti rui? Ma cu su… Icicc, Perinovic, mah!!! Ma cu i canusci?”. Poi li videro nel Maribor, al “Barbera”, e qualcosa cambiò, anche se il Palermo gli rifilò tre gol, ma si notò subito la battuta franca a schietta di Ilicic e la disciplina tattica di Bae#269;inovie#269;. Tuttavia, ci voleva ben altro per placare le ire dei tifosi rosanero, che piangevano a dirotto per la cessione di Cavani e, soprattutto, di Kjaer, a loro avviso non adeguatamente sostituito perché, al suo posto, era arrivato Munoz, un ragazzino. Promettente, ma sempre e solo un ragazzino, che aveva ancora tutto da dimostrare. Insomma, un’atmosfera tutt’altro che favorevole nei confronti di Zamparini e Sabatini; si dissero molte cose, talune sagge (poche) ed altre esagerate (troppe); si picchiò forte sul versante soprattutto dei due sloveni, quasi fossero due intrusi, arrivati per caso in maglia rosanero e non perché lo meritassero. Ma il calcio è bello perché è vario, come la vita, perché ti cambia le carte in tavola e ti fa fare la figura dello scemo quando meno te l’aspetti; c’ero anch’io tra quelli che storcevano il muso all’arrivo dei due sloveni e si chiedeva: “E dunque dovrebbe essere questo Bacinovic ad impugnare la bacchetta del comando fino ad ieri nelle mani di un artista come Liverani?”. C’ero anch’io, e non mi tiro indietro, non l’ho mai fatto, non fa parte del mio carattere, so riconoscere i miei limiti ma spero sempre che gli altri mi riconoscano anche dei meriti, perché su una cosa non transigo: l’onestà intellettuale e quella, proprio, non può insegnarmela nessuno. Dissi subito: “Ma chi è ‘sto sloveno, che dovrebbe sostituire Liverani?". Per questo, chiedo venia a tutti. Ma capita solo a chi le opinioni le dichiara, come diceva il grande Gianni Brera, a proposito anche dei pronostici, che li sbaglia solo chi li azzarda. Bacinovic non mi diceva niente e, quindi, nella mia testa (più di tifoso che di cronista) non era in grado di prendere il comando del gioco, come aveva fatto – sia pure a modo suo e coi suoi “tempi” – Liverani. Sbagliando, perché avrei dovuto PRIMA vederlo giocare e POI giudicarlo. Ma non lo feci, mi prese di furia la fregola del tifoso tradito, che si aspettava il grande colpo ed invece si vedeva recapitare uno sconosciuto (al grande calcio) come Bae#269;inovie#269;. Tento qui, dunque, di porre rimedio e dare a Cesare quel ch’è di Cesare: Bae#269;inovie#269; è un giocatore uno e trino, come Qualcuno ben più importante di lui ( ...e chiedo scusa per l’ardito, quasi blasfemo accostamento), nel senso che è capace di coprire tre ruoli: il difensore (il primo, davanti al duo centrale), il centrocampista (quello fin qui recitato da Liverani) e, all’occorrenza, l’attaccante-incursore, come ha fatto ieri proiettandosi, quasi al 90’ e dopo tutta una partita di selvagge corse e frenetiche rincorse, su quel lancio verticale di Nocerino: sembrava una scheggia impazzita, ha oltrepassato di volata la linea difensiva avversaria ed ha fulminato Viviano con un secco diagonale a mezz’altezza. Non sono stato mai così felice di aver preso una cantonata come ieri: se il Palermo gioca così e così stravince, sono disposto a sbagliarle tutte le previsioni su uomini e cose rosanero, come ho fatto con Bae#269;inovie#269;. Ma spero che questa mia “conversione” mi consenta di riconquistare l’affetto dei tifosi, se non la loro stima: loro lo sanno che io, nel bene e nel male, sono sempre in buona fede e dico sempre quel che penso. Che non è, non può sempre essere la cosa giusta. Nella gioia ineffabile della partitona di ieri, un solo rammarico: che i due formidabili sloveni non siano impiegabili in Uefa Europa League. Per il resto, i sapientoni tutti, del Nord (che continuano a snobbarci in lungo e in largo, hanno davanti al microfono un fenomeno come Pastore ed invece di fargli domande mediamente intelligenti e possibilmente inedite, gli chiedono in quale grande squadra mondiale vorrebbe andare, sin da subito… senza aspettare neanche il mercato di gennaio) e del Sud (grandi giornali sportivi compresi), giudicarono con un misero “6” il mercato estivo del Palermo, ironizzando proprio suo duo sloveno e lanciando strali al curaro per l’affare-Perez, svanito sul filo di lana. Ben gli sta: non c’è perdono per la presunzione, la spocchia, l’arroganza. Che sono come una benda agli occhi, che non gli fa vedere nulla di quel che realmente accade. Gli sfugge, dunque, che il Palermo, questo Palermo dei due sloveni e di Pastore, ma non solo; questo Palermo di Nocerino e Balzaretti, di Sirigu e Bovo, di Migliaccio, Munoz e Pinilla gioca il più bel calcio della Serie A e, quindi, merita più attenzione. Anzi, diciamola tutta: merita più rispetto.