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NELLA CITTÀ DEI PANORMOSAURI UNA TIFOSERIA DA SCUDETTOLA PALERMO CHE NON RETROCEDE SONO LORO

di Mariano Calò "Retrocede il Palermo, è vero; ma la città e tifosi non retrocedono. Questo capoluogo e questo pubblico meritano grandi palcoscenici e, quindi, di tornare al.

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di Mariano Calò "Retrocede il Palermo, è vero; ma la città e tifosi non retrocedono. Questo capoluogo e questo pubblico meritano grandi palcoscenici e, quindi, di tornare al più presto in serie A". - Giuseppe Sannino E’ una retrocessione particolare quella di questo Palermo, accompagnato da grande scetticismo fin dalle prime uscite, poi improvvisamente sommerso dal calore del pubblico quando le cose sembravano essere ormai compromesse, infine salutato con compostezza nel momento del triste verdetto. Domenica la Serie B è diventata matematica, eppure la reazione della città è stata ancora una volta civile. Chi si aspettava scene di guerriglia urbana o anche soltanto una forte contestazione nei confronti della società è rimasto deluso. Che Palermo fosse una piazza tra le più corrette d’Italia lo si era già potuto apprezzare negli ultimi 9 campionati nella massima serie: mai un incidente, mai scontri con le altre tifoserie, mai un’invasione di campo. Eppure, fino a questa domenica, mancava la prova più difficile da superare, la retrocessione: da queste parti non si scendeva di categoria dalla fine degli anni novanta e per almeno una generazione di tifosi è un’esperienza mai provata. A volte leggiamo nei commenti alle notizie parole quasi di condanna per questo atteggiamento pacifico, come se fosse un disonore retrocedere senza aver prima incendiato qualche seggiolino, invaso il campo, invitato la proprietà a vendere o minacciato qualche giocatore che non suda la maglia. Questa retorica fortunatamente a Palermo ha poca presa e ci fa piacere notare che per una volta la città abbia dimostrato a 360 gradi il proprio valore, prima con un sostegno straordinario a una squadra che sul campo di certo non si era meritata tanto affetto, poi con gli applausi ai protagonisti della retrocessione che in campo avevano dato tutto dopo la decisiva sconfitta con l’Udinese, infine col comportamento civile di questi giorni, che dimostra la maturità di una piazza che non ha pari in Italia da questo punto di vista. Ci guardiamo intorno e vediamo una città bellissima che in tanti casi è distrutta proprio da chi la abita: auto parcheggiate in tripla fila, passanti che gettano a terra le cartacce, mura imbrattate, posteggiatori abusivi ad ogni angolo, pensiline degli autobus distrutte e tanti altri piccoli e grandi episodi di inciviltà che rendono forse un certo tipo di palermitano uno dei cittadini più indisciplinati d’Italia. Eppure quando pensa al calcio anche il panormosauro si trasforma. Civile nel dissenso, caloroso nella passione per i propri colori, capace addirittura di applaudire una squadra che retrocede. Certo, ogni tanto si dimentica di non fischiare i propri giocatori durante i 90 minuti, magari quelli di maggior talento come Pastore e Cavani, ma lo si può di certo perdonare a una tifoseria che assiste a una clamorosa sconfitta per 1-5 e fa uscire la squadra tra gli applausi come contro l’Udinese nel 2005. Se pensiamo alle scene pietose che si vedono sugli altri campi di Serie A, con le partite delle romane che finiscono puntualmente con scontri e coltellate tra tifosi, con i tifosi della Juventus che sono costati milioni di euro in multe alle casse bianconere, con i cori razzisti che costringono gli arbitri a fermare le partite, allora capiamo quanto valga quanto dimostrato dai tifosi rosanero in questa stagione. E’ vero, l’anno prossimo il Palermo giocherà in Serie B, ma questo pubblico merita senza dubbio lo scudetto.