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Mercato rosa, cinque addii per un arrivo NUOVO CENTROCAMPISTA CON GUANA AL TORO

di Francesco Graffagnini Il Palermo cede, cede, cede, cede, cede e poi… compra. Il conto delle parole è il segno incontrovertibile di quale politica la società rosanero abbia.

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di Francesco Graffagnini Il Palermo cede, cede, cede, cede, cede e poi… compra. Il conto delle parole è il segno incontrovertibile di quale politica la società rosanero abbia deciso di seguire nel corso di questo mercato di riparazione. Raggi, Dellafiore, Ciaramitaro, Lanzafame e in ultimo Capuano, cinque cessioni per un solo acquisto, Mirko Savini dal Napoli: il bilancio è nettamente sbilanciato in favore delle prime. E non potrebbe essere altrimenti, per una rosa fino a ieri (cioè a prima della sosta) decisamente sovradimensionata rispetto alle reali esigenze tecniche imposte dal solo impegno del campionato. Lo sarebbe stata anche se si fosse mantenuta la corsa in Coppa Italia: se Mourinho, che con la sua Inter gioca in Italia e in Europa, lamenta l’affollamento dello spogliatoio con più di 25 giocatori, non si capisce perché Ballardini che vede solo la A non dovesse recriminare sui 26 elementi ancora a sua disposizione un mese fa. PRIMO, CEDERE Anche perché il tecnico ha scelto, sin dal momento dell’arrivo all’ombra di Monte Pellegrino, il suo set di giocatori titolari e relativi sostituti: non più di 14, 15 uomini. Cifra veramente esigua per smaltire una sovrabbondanza di +10 nomi. Obiettivo della società: appianare eventuali turbolenze e dissipare deleteri malumori in seno al gruppo, generati dai giocatori quasi mai schierati; e, in secondo luogo ma non per questo meno importante, evitare che il capitale tecnico-finanziario legato alle prestazioni dei calciatori crollasse drasticamente a seguito del loro non-utilizzo. Niente operazioni per far cassa, niente vendite clamorose, ben inteso. Quelle si sarebbero fatte e si farebbero solo nel caso in cui qualcuno dei titolari si muovesse da Palermo. Ma il presidente Zamparini ha già dato la sua parola che questo non avverrà: Carrozzieri, Kjaer, Migliaccio, Bresciano non si muoveranno, almeno per ora. I movimenti messi a segno finora, invece, sono tutti con la formula del prestito e successivo diritto di riscatto della comproprietà (Raggi, Dellafiore, Lanzafame, Ciaramitaro) o dell’intero cartellino (Capuano). Operazioni di scarso ritorno economico, nell’immediato. Scelte quasi obbligate, si potrebbero definire. NUOVO PROGETTO Una politica di gestione che si giustifica in un solo modo, che non ha nulla a che vedere con la parola progetto. Si tratta piuttosto del frutto di un doppio cambio in corso d’opera che ha stravolto le strategie rosanero mesi or sono, più precisamente quest’estate. Prima l’addio del ds Rino Foschi. Poi l’esonero del tecnico Stefano Colantuono: le due persone, che più di tutte avevano orientato le scelte del calciomercato, uscite fuori scena nel giro di un paio di mesi. Chi è arrivato per sostituirli, Sabatini nella dirigenza e Ballardini nell’area tecnica, ha dovuto prima fare il punto della situazione e capire cosa c’era da salvare e cosa no del precedente lavoro di programmazione. Volendo vedere l’aspetto positivo della cosa, si può tranquillamente dire che il progetto (o quantomeno un progetto) è partito dopo questo doppio avvicendamento. Sulla base del nuovo corso sono state poi delineate posizioni di merito e liste di partenza. Dinamiche che certo non lasciano soddisfatti i diretti interessati, giocatori che hanno vissuto ai margini del campo, se non addirittura in tribuna, per sei lunghi mesi. Non è un caso che per molti di quelli che son partiti il commento all’esperienza vissuta è stato dello stesso segno: ‘abbiamo perso sei mesi’. Più chiaro di così… Primo obiettivo: cedere. Non sembra avere altre direttrici forti l’approccio rosanero al mercato di gennaio. Le mosse fin qui compiute fanno chiarezza, in maniera che più limpida non si può, sulle intenzioni di Zamparini e Sabatini, meglio di tante parole spese dal presidente prima della sosta, quando ancora si ammiccava al concetto del colpo utile al salto di qualità, alla pedina offensiva che avrebbe dato peso all’attacco e che portava con sé quel po’ di profumo esotico che era stato sparso nel mese di agosto. Ma, come si dice: tutto profumo e niente arrosto. ARRIVA SAVINI L’arrosto rosanero ha invece un sapore ben più nostrano e il nome di Mirko Savini, onesto lavoratore del campo, difensore centrale classe ’79 trasformato dalle esigenze dei tecnici in terzino e quindi esterno di sinistra, vista la propensione all’uso del piede mancino. Giocatore ai margini della rosa del Napoli, dopo stagioni da protagonista e pupillo di Reja durante la risalita dei partenopei dall’inferno della C all’Olimpo del calcio. Un atleta che evidentemente, però, la dirigenza azzurra non considerava pienamente da Napoli, se è vero com’è vero che negli ultimi due anni gli aveva acquistato addosso delle alternative più gettonate per la fascia sinistra. Insomma, una situazione per certi versi simile a quella che Capuano ha vissuto a Palermo. Di sicuro, un giocatore che non viene a Palermo per rivoluzionare gerarchie e fare il titolare inamovibile. Un ricambio, invece, per Balzaretti e forse anche per Cassani che certifica come i titolari del Palermo saranno, fino a fine campionato, quelli che già Ballardini schiera ogni domenica come tali (salvo squalifiche e infortuni). Altri colpi se ci saranno, da qui al 2 febbraio giorno di chiusura della sessione invernale del mercato, saranno orientati a seguire questa logica. GUANA AL TORO Questa e la precedente: ovvero cedere prima di acquistare, per non ingolfare la macchina. In lista di partenza qualche nome resta. Se è vero che il Palermo cerca un’alternativa eclettica per il centrocampo, è perché uno come Roberto Guana potrebbe già aver le valigie pronte. Da Torino (sempre lì) rimbalza la voce che il nuovo ds granata Rino Foschi (guarda caso) abbia messo il centrocampista bresciano in cima alla lista di nomi da proporre a Cairo, in ossequio alle indicazioni del tecnico Novellino che desidera per il suo Toro solo giocatori che diano tutto alla maglia granata e “pronti da buttare subito nella mischia, come Dellafiore”. Il calciatore, fino a qualche giorno fa, non aveva mai preso in considerazione il color granata. Con lo sbarco dell’ex dirigente rosanero, invece, le cose sono cambiate. LA TRATTATIVA Visti i buoni rapporti che intercorrano tra Cairo e Zamparini, ma soprattutto tra quest’ultimo e Foschi, la trattativa potrebbe avere la strada spianata nelle prossime ore e le modalità – come rivela Cronacaqui.it, portale d’informazione torinese - potrebbero essere le stesse di Dellafiore (d’altronde Cairo c’ha preso gusto): prestito oneroso con diritto di riscatto per la metà del cartellino (il cui valore dovrebbe aggirarsi intorno ai 6 milioni di euro). Per quel che riguarda invece lo stipendio del calciatore, il centrocampista guadagna poco più 500 mila euro a stagione, cifra, questa, ampiamente nei limiti posti dalla società granata.