Intervistato da Tuttomercatoweb, Beppe Accardi, procuratore sportivo ma anche ex giocatore rosanero, ha ripercorso le tappe della propria carriera, ricordando con un pizzico di rammarico lesperienza con la maglia del Palermo, città in cui è nato e per la quale ha sempre tifato. Era lanno della ricostruzione. Mio padre mi portava in curva, il mio legame con il Palermo è qualcosa che parte da lontano. Per me, giocare in rosanero, era un sogno. Tornavo a casa, da giocatore affermato -ha ricordato Accardi-, ma fu lerrore più grande della mia vita. Ero lunico palermitano della squadra dei titolari, la città aveva tante aspettative. Non giocavamo alla Favorita, ma a Trapani e facemmo unannata importante in cui però non riuscimmo a centrare lobiettivo promozione in serie B. E non solo, allinaugurazione della Favorita prima del Mondiale del 90 -ha raccontato lex rosa-, la squadra perse ai rigori contro la Lucchese la finale di Coppa Italia. Ma fu una serata spettacolare, allo stadio cerano quarantatremila spettatori: una notte indimenticabile, magica. Ancora a parlarne adesso ho i brividi".
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B.Accardi: “Tornare in rosa mio errore più grande”
Intervistato da Tuttomercatoweb, Beppe Accardi, procuratore sportivo ma anche ex giocatore rosanero, ha ripercorso le tappe della propria carriera, ricordando con un pizzico di rammarico lesperienza.
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