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DIRETTORI SPORTIVI ED ERRORI DEL PASSATO. Il Palermo oggi paga mancanza di progettualità e numerosi bidoni

Di William Anselmo Tutti i nodi vengono al pettine. E sempre così. Il Palermo si ritrova oggi con una squadra non allaltezza delle aspettative della piazza perché paga gli errori e le.

William Anselmo

Di William Anselmo Tutti i nodi vengono al pettine. E sempre così. Il Palermo si ritrova oggi con una squadra non allaltezza delle aspettative della piazza perché paga gli errori e le scelte del presidente Maurizio Zamparini. I bilanci dicono che negli anni il club rosanero ha speso e speso anche tanto, la storia dice che quegli investimenti sono stati fallimentari perché di nuovi Pastore ne "vengono fuori" uno ogni trecento giocatori. Dagli anni doro dopo la promozione in Serie A, il Palermo ha cominciato a vivere di rendita, ma il declino non è stato dettato soltanto dalla poca sagacia nel fare mercato e dalla "crisi economica" che ha penalizzato il sistema calcio. Delle responsabilità le hanno anche i dirigenti che si sono succeduti al Palermo in questi anni: da Rino Foschi a Walter Sabatini, Sean Sogliano e Luca Cattani. Chi più, chi meno, ha contribuito a rendere grande il club rosanero o a penalizzarlo con lacquisto di qualche bidone o con minusvalenze e affari andati male. Naturalmente le "colpe" non sono soltanto dei vari direttori sportivi, ma anche dello stesso presidente Zamparini che non ha saputo garantire ai suoi uomini-mercato una progettualità e un ambiente sereno, allontanandoli da Palermo come successo con Foschi oppure facendoli scappare uno per uno (escludiamo naturalmente Cattani che lavora ancora nel club, ma già che ci siamo inseriamo pure Cristian Panucci nel calderone). Perché se hai deciso di puntare sui giovani devi dare il tempo a questi "talenti" di crescere (sempre che abbiano i numeri) e non abbandonare il progetto tecnico, a meno che non si punti a gestire il proprio parco giocatori come una batteria di polli con lintento di farli crescere e poi venderli al miglior offerente. Per vari motivi, invece, quasi ogni anno il Palermo ha ricominciato da zero, con gli errori e gli affari lasciati a metà dalle passate gestioni, fino a ritrovarsi questanno in una condizione da cui è difficile uscirne fuori. Anzi, una situazione paradossale, in cui lultimo uomo mercato scelto dal Palermo, Giorgio Perinetti, si è dovuto far carico degli errori del passato, lavorando soprattutto in uscita con decine di prestiti e cessioni, mentre alla voce "acquisti" ha portato in rosanero soltanto Franco Brienza, Von Bergen e Giorgi nellultimo giorno di mercato. Perinetti aveva provato a "scatenarsi" bloccando Mesbah dal Milan, ma è arrivato lo stop di Zamparini: niente soldi in entrata, niente acquisti. Oggi il Palermo si ritrova con una squadra che ha giocatori inesperti, inesplosi, giovani, vagamente talentuosi, senza identità e probabilmente con il morale a terra per come è partita la stagione e per come il pubblico e la stampa li critica. Ricevere tre gol e "4" in pagella ogni settimana non è il massimo, ma purtroppo è questa la squadra che ha voluto costruire Zamparini per affrontare il campionato 2012/2013. Ha stretto la cinghia, forse troppo. Zamparini dice che non investe più sul Palermo da circa sei anni. Dice che il Palermo è una società sana. Dice che non è obbligato a comprare giocatori. Dice che anche questanno ha speso più di quanto ha incassato. Benissimo. Da buon imprenditore saprà che gli errori si pagano, quindi se veramente tiene al Palermo, cominci a pensare al mercato di gennaio mettendo mani al portafogli per rimediare alla cattiva gestione degli anni passati, figlia delle sue scelte e dei suoi capricci. Sempre che a gennaio non sia ormai troppo tardi, ricordando come il Novara nella passata stagione a dicembre era già virtualmente retrocesso.