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Palermo: i rosa recitano il mea culpa. A Empoli vincono bruttezza, noia e paura di sbagliare

Palermo: i rosa recitano il mea culpa. A Empoli vincono bruttezza, noia e paura di sbagliare

La disamina del day-after.

Mediagol40

Un pareggio carico di rammarichi per il Palermo di Walter Novellino.

I rosanero rimediano il settimo pari stagionale al Castellani contro un Empoli sbiadito. Vazquez e compagni creano, ma sprecano e il momentaneo vantaggio sul Frosinone è di due punti.

Felici di stare più su, contenti loro. Più che di una partita giocata, è giusto parlare di una recita di calcio inflitta ai poveri spettatori di Empoli: zero gol, zero emozioni, due squadre involute, un pari senza gloria - scrive l'edizione odierna de 'La Gazzetta dello Sport' -. Legittimi i fischi finali del pubblico. Al Castellani non succede alcunché, ed è una sconfitta per tutti quando in campo poi vedi gente del calibro di Saponara, Vazquez e Maccarone costretta a immalinconirsi accanto a compagni, talvolta, di categoria inferiore. Vincono la bruttezza, la noia e la paura di sbagliare. E i record negativi dei due contendenti inchiodano Giampaolo e Novellino alla realtà: 11 giornate senza vittoria per i toscani (solo 6 punti racimolati nel girone di ritorno), 9 per i siciliani quartultimi che, almeno, si portano momentaneamente a +2 sul Frosinone.

E’ soprattutto il Palermo, affamato di punti, a dover recitare il mea culpa. Avrebbe potuto creare di più: contro questo Empoli, copia sbiadita della squadra elettrica del 2015, si poteva vincere con più cinismo e con un Gilardino in più, colpevolmente tenuto in panchina da Novellino. Almeno per 20’ nella ripresa - sottolinea la Rosea -, la presenza del Gila avrebbe accentuato il tasso di pericolosità. E non può costituire un alibi l’occasione capitata nella ripresa sui piedi di Struna al 33’: un tiro sparacchiato alto col quale cala il sipario sulle speranze rosanero di spuntarla.