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Futuro Palermo: domani Zamparini incontrerà cordata cinese, non c’entra solo il calcio

Futuro Palermo: domani Zamparini incontrerà cordata cinese, non c’entra solo il calcio

Il numero uno del club rosanero sta lasciando pieni poteri a Foschi in sede di mercato, mentre proseguono le trattative per la cessione delle quote societarie.

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L'addio di Alberto Gilardino per esigenze di bilancio ha creato ulteriormente malcontento tra i tifosi, la cui sensazione è che ad attendere il Palermo sarà un'estate dura, difficile e all'insegna del risparmio.

Non potrà essere allestita una formazione di grandi nomi, ma si baderà a costruire un organico che in qualche modo possa quantomeno garantire la permanenza in Serie A. Le partenze di Sorrentino, Maresca, del Gila e quelle già annunciate di Vazquez e Lazaar fanno preoccupare i sostenitori del club di viale del Fante consapevoli che la società avrà a disposizione un ridottissimo budget per intervenire sul mercato. Per non parlare di come le altre squadre, sulla carta concorrenti dei rosanero per la lotta salvezza, si stiano muovendo per rinforzarsi, a differenza dei siciliani.

Accogliere capitali freschi, per l'imprenditore friulano, è divenuto dunque obbligatorio. Il Palermo si sta accartocciando su se stesso e le premesse in vista della prossima stagione sono tutto fuorché buone.

Fin qui, le negoziazioni tra Zamparini e i gruppi di investitori interessati ad entrare in società (una cordata americana vicina a Tacopina e due cinesi, con queste ultime che avrebbero dovuto avere l'ok da parte del governo di Pechino prima di trattare concretamente) non hanno portato ad alcun accordo, ma il patron friulano non si dispera. Nella giornata di domani, sarebbe previsto un altro summit ad Aiello del Friuli (residenza del presidente del club rosanero) con una delle due cordate cinesi che, nelle scorse settimane, avevano mostrato interesse a trattare. L’incontro prevederà discussioni anche su altri affari, non strettamente connessi al mondo del calcio.

Le indiscrezioni filtrate a giugno raccontavano di un diktat particolare da parte del governo di Pechino: alle cordate cinesi interessate ad allargare i propri confini investendo nel mondo del pallone, veniva richiesto di farlo entrando però in società con presidenti di club di medio-alta fascia a livello europeo. Non proprio un requisito soddisfatto dal Palermo.