serie b

Bari-Palermo 0-3: Il Palermo è da applausi, granitico e straripante. Trionfo e show al San Nicola

Partita perfetta della compagine di Tedino: lucida, autorevole e concreta domina il Bari e conquista il primato solitario. Imponente dimostrazione di forza nonostante le assenze: brillano le stelle di Coronado e Trajkovski in una gara che può...

Mediagol2

di Leandro Ficarra

Questa è una squadra alla quale va tributato un plauso incondizionato.

Un gruppo di lavoro granitico, nel cuore, nelle gambe e nella testa. Nonostante scetticismo, avversità, infortuni, bufere mediatiche e giudiziarie che rischiano di ridurre le questioni di campo ad un dettaglio marginale.

I valori, caratteriali, morali e tecnici, di questo Palermo meritano la prima pagina.

Unitamente ad un encomio speciale, proprio in ragione del contesto di pressione e precarietà sotto il profilo psicologico in cui tecnico, direttore sportivo e calciatori sono costretti ad operare. E vincere, nonostante tutto. La trasferta del San Nicola sembrava una montagna troppo alta e ripida da scalare: la statura dell'avversario, le assenze numerose e pesanti, la settimana a dir poco particolare, in virtù dell'udienza preliminare in merito all'istanza di fallimento nei confronti del club.

Più il coefficiente di difficoltà si eleva, più questa squadra sembra esaltarsi. Tirando fuori attributi e risorse tecniche insospettabili.

Il trionfo odierno costituisce, probabilmente, un crocevia decisivo della stagione. Non solo per la prova di forza sotto il profilo tecnico ma, principalmente, per l'approccio alla gara e l'atteggiamento sfoderato dagli uomini di Tedino a dispetto delle criticità della vigilia.

Personalità e coraggio, sbraitati in faccia al pur quotato avversario, denotano un grado di autostima proprio delle grandi squadre.

Il Palermo ha confermato oggi pomeriggio di possedere identità, impianto di gioco, anima e struttura. Un concetto corale di squadra che può, a questi livelli, sopperire anche alle assenze pesanti e numerose dei big.  Profili cardine la cui mancanza si avverte in termini di valore individuale, peculiarità e peso specifico, ma non sconvolge irreparabilmente forma mentis ed equilibri tattici collettivi.

Anche in occasione dell'esodo forzato dei nazionali, chi è stato chiamato in causa ha sempre risposto presente, prova eloquente che ogni elemento della rosa si sente compartecipe ed integrato nel progetto tattico, pedina funzionale ed importante nel verbo calcistico di un tecnico che ha fin qui svolto un lavoro eccellente.

Il Palermo ha vinto poiché, da subito, è parso più brillante, più intenso, più voglioso e sul pezzo di un Bari totalmente sovrastato sul piano atletico e inaridito sotto il profilo strategico.

Corto, aggressivo, alto e manovriero. Il Palermo ha preso in mano inerzia e pallino del gioco, mostrando di non voler indugiare, né speculare, su un pareggio che sarebbe comunque stato un buon risultato.  La compagine di Tedino ha girato palla con ordine e linearità, innescando spesso un Coronado tracimante nella nuova posizione di mezzala, capace di cambiare passo e ritmo con le sue irresistibili folate. Geniale, intenso ed imprendibile il fantasista brasiliano: avversari saltati come birilli e numeri balistici d'alta scuola, la sua partita è stata un crescendo entusiasmante culminata nella perla che ha di fatto tramortito il Bari.

Nonostante togliesse metri, sbocchi e fiato ai pugliesi, grazie al pressing asfissiante avviato da Embalo e Trajkovski, alimentato da centrocampo e linea difensiva che accorciavano in avanti con sincronismi perfetti, il Palermo non è riuscito nel primo tempo a trovare la giusta profondità.

Comandava le operazioni in zona nevralgica la squadra di Tedino, con Gnahoré e Dawidowicz dominanti sul piano atletico e Coronado che spaccava in dribbling, come e quando voleva, la densità dei galletti. Il vuoto lasciato nei sedici metri da Nestorovski, nonostante dedizione e moto perpetuo di Embalo e Trajkovski, si faceva inevitabilmente sentire.

Trame fluide ed apprezzabili, spesso arenatesi sulla trequarti. Poi l'infortunio ad Embalo, per fortuna sembra nulla di grave dopo attimi di spavento, sostituito da La Gumina.

Il gol di Rispoli, brillante capitano sul versante destro, stappava il match in avvio di ripresa.

Lì il Bari si è di fatto consegnato alla squadra di Tedino.

Dopo una bella parata di Posavec su Brienza, i galletti, bramosi di rimettere in piedi il match, alzavano troppo il baricentro allungandosi in modo incauto e letale. Il Palermo, annusato il disagio, si è mangiato l'avversario compattandosi sulla propria trequarti, schermando ed avviando la transizione in verticale con la premiata ditta Gnahoré-Dawidowicz,  distendendosi in ripartenza con il trio Coronado-La Gumina- Trajkovski.

Il raddoppio del macedone, a cui le capacità balistiche non fanno difetto, ha gelato le velleità di rimonta di Brienza e soci. Il prodigio di collo esterno di Coronado ha sublimato il trionfo chiudendo con una manciata di minuti di anticipo la contesa.

L'infortunio di Bellusci nel finale lascia un retrogusto amaro. Proprio con Cionek, Struna e l'ex Leeds,  la linea difensiva è parsa ancora una volta solida e ben oleata nei meccanismi. Concentrata e vigorosa in marcatura, lucida e puntuale in sede di lettura. Ordinata e limpida anche nell'uscire palla al piede, gestendo con precisione e personalità il primo possesso.

Del centrocampo abbiamo già detto: sagace, intenso e con una buona dose di fosforo.

Nonostante le assenze pesanti di Jajalo, Chochev e Murawski. Dawidowicz impressiona in positivo per la capacità di abbinare quantità, forza fisica e qualità. Gnahoré sembra aver ritrovato smalto e convinzione delle prime uscite. Interessante l'esperimento di Coronado intermedio, anche se in tali condizioni di forma,  l'ex Trapani può fare la differenza in ogni zona del campo in questa categoria. Sulle corsie Rispoli ha imperversato a destra, Aleesami ha fatto bene il suo sul binario mancino.

Trajkovski ha disputato una buona gara in termini di dinamismo ed applicazione. Gol a parte, il macedone ha dato seguito ai flebili segnali di ripresa intravisti già nella sfida contro il Venezia.

Bravo La Gumina, per la voglia, l'applicazione ed il contributo importante che ha fornito, specie nella ripresa, nell'allungare la squadra. Non è certo Nestorovski, per valore e caratteristiche. Fatica a coprire la sfera e far salire la squadra, non è una boa o un terminale offensivo di riferimento.

Il palermitano è bravo ad attaccare la profondità, svaria spesso sull'esterno. Gioca meglio con una prima punta vera al suo fianco ed ha grandi margini di miglioramento. Tuttavia possiede velocità, determinazione e buoni numeri sul piano tecnico. Mostra spirito, umiltà e la testa giusta. Il futuro è suo.

Tedino si gode il primato solitario ed i frutti concreti di un lavoro oculato, minuzioso e paziente.

Non solo sul piano squisitamente tattico e tecnico ma anche, e soprattutto, sotto il profilo psicologico e motivazionale.

Reagire con tale forza e veemenza ad ogni avversità, rialzarsi dopo ogni incidente di percorso, mantenere primato ed alto grado di competitività, nonostante si insinui costantemente il vento della bufera oltre i confini del terreno di gioco.  Impresa non semplice, figlia di un patrimonio, in termini di tenuta nervosa e spessore caratteriale, vero valore aggiunto di questo gruppo.

L'ottima condizione, fisica e mentale, mostrata all'occorrenza anche da chi non viene impiegato con continuità, attesta la bontà del lavoro settimanale.

La classifica rende merito al lavoro del tecnico, ribadisce professionalità e tempra dei calciatori, premia competenza, saggezza e capacità gestionali del direttore sportivo. La strada è ancora lunga e tortuosa ma le premesse sono più che confortanti. Il messaggio lanciato al campionato è forte e chiaro: il Palermo ha riconquistato la vetta e non ha assolutamente intenzione di mollarla.