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ROMA-PALERMO È ANCHE TOTTI CONTRO MICCOLI, MA PER I TIFOSI ROSA C’È SOLO UN CAPITANO

Di Calogero Fazio.

Mediagol8

Di Calogero Fazio

Domenica si affrontano i simboli di due città che vivono di calcio. Uno di fronte all’altro, due capitani di due squadre che in questo campionato sembrano avere le ali tarpate. Roma e Palermo si aggrappano a loro per tornare a sognare. Una classe innata li accomuna, ma solo uno potrà uscire vincitore. Se per il romanista il sogno da bambino era quello di indossare la maglia giallorossa, il rosanero ha trovato a Palermo la sua seconda casa e un pubblico che lo ha eletto fin da subito a proprio beniamino, vedendo in lui un uomo del Sud, un eroe buono dai valori semplici e genuini. Innegabilmente, Miccoli sa tanto di ragazzo della porta accanto, per niente incline alla luce dei riflettori, schivo ed educato. Gli unici vezzi un po’ particolari che si concede sono quelli tatuati sulla sua pelle.

La storia di Francesco in giallorosso la conosciamo tutti: figlio della Lupa, nato e cresciuto con lo scudetto giallorosso sul lato sinistro del petto, trascorre tutta la sua vita calcistica nella Capitale, rifiutando, per amore di maglia, soldi a palate e ulteriore prestigio che avrebbe potuto conferirgli un eventuale trasferimento al Real Madrid. Quella di Fabrizio è da romanzo sentimentale: giocatore ventottenne, affermato e benvoluto in Portogallo, sente il richiamo del Meridione d’Italia e sceglie di trasferirsi a Palermo, per ricongiungersi con la sua meravigliosa terra d’origine. E neppure le vagonate di sterline del Birmingham o i petroldollari degli sceicchi arabi dell’Al Nasr sono bastati a portare via Miccoli da Palermo, lontano dall’affetto della gente palermitana.

Se i lampi di genio di Francesco permettono alla Roma di stazionare nei quartieri alti della classifica, mai come quest’anno, l’obiettivo di Fabrizio pare sia quello di condurre per mano il Palermo, portandolo al sicuro e mantenendolo a debita distanza dal baratro della retrocessione. A trentatré anni suonati, nonostante accarezzi ancora il pallone come faceva da ragazzino, il capitano rosanero dovrà gettare il cuore oltre l’ostacolo, partita dopo partita.

Se la favola di capitan Totti nella Capitale sembra destinata a durare in eterno, purtroppo, a volte capita che alcune altre fiabe possano concludersi proprio sul più bello. Come tutti sappiamo, la storia d’amore tra Miccoli e il pubblico palermitano potrebbe interrompersi bruscamente a fine campionato, a causa di un contratto che vorremmo potesse non scadere mai.

Comunque andrà a finire, grazie Fabrizio per aver fatto esplodere di gioia il “Barbera” ogni volta che hai potuto. Grazie capitano per aver calciato quel rigore con la Sampdoria anche se avevi i muscoli del polpaccio lacerati. Grazie per il tuo profondo senso di attaccamento alla maglia rosanero. È vero, domenica dall’altra parte ci sarà Francesco Totti, ma come canta sugli spalti chi ti vuole bene, per chi ha il cuore rosanero: “Un capitano, c’è solo un capitano!”.