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Pirlo: “Io, Gattuso e la lumaca viva. Ho sempre tifato Inter. Io allenatore? Magari…”

Pirlo: “Io, Gattuso e la lumaca viva. Ho sempre tifato Inter. Io allenatore? Magari…”

Le parole dell'ex centrocampista del Milan, che questa mattina ha ritirato il premio "Il bello del calcio"

Mediagol7

"Vedo Gattuso un po’ invecchiato, ma lo vedo bene. Non pensavo facesse questo lavoro così bene e così in fretta. Il suo Milan gioca bene e sono concento di quello che sta facendo".

Parola di Andrea Pirlo. Diversi sono stati i temi trattati dall'ex regista di Juventus e Milan, che questa mattina ha ritirato il premio “Il bello del calcio”, riconoscimento organizzato da La Gazzetta dello Sport per ricordare l’ex direttore Candido Cannavò: dalle sue esperienze in quel di Milano (sponda nerazzurra e rossonera), al suo possibile futuro da allenatore.

"Quanti scherzi facevo a Gattuso? Rino è un personaggio. Basta vederlo per capirlo. E’ stato un compagno, ma soprattutto un amico dentro e fuori dal calcio. Gli fregavo il telefono e mangiavo i messaggi a Braida. Una volta gli ho fatto mangiare un lumacotto vivo per soldi e poi non glieli abbiamo neppure dati... Dispiaciuto di non aver vinto un Pallone d’Oro? Non ho pensato che fosse una cosa così importante per un giocatore. Per me era importante vincere come squadra e il Pallone d’Oro non è una mancanza. Nel mondiale del 2006 abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio e anche in maniera offensiva. E’ stato giusto premiare Cannavaro quell’anno perché lui era il simbolo di quella Nazionale", sono state le sue parole.

SU CONTE E BALOTELLI -"Conte mi ha insegnato tanto e quella piccola voglia di diventare allenatore me l’ha fatta venire lui. Insegnava calcio. Abbiamo un ottimo rapporto e lo vedo volentieri il 21 alla mia partita d’addio. Balotelli è pronto per tornare in Nazionale? Non è difficile da gestire, né lui né gli altri giocatori. Basta tenerli in riga. Io sono andato via dal Milan perché avevo bisogno di nuovi stimoli. Sia io che la società. Siamo stati contenti tutti di come è andata".

ROBERTO BAGGIO E L'INTER -"Cosa era Roberto Baggio per me? Mi ricordo una partita del Brescia a Torino in cui fece uno stop a seguire su un mio lancio fantastico. Il mio fu un lancio normale e ha fatto tutto lui che era speciale. Ho un bellissimo ricordo dell’esperienza all’Inter perché sono sempre stato tifoso nerazzurro. Iniziai la preparazione bene e giocai 20 partite il primo anno, mentre il secondo sono andato in prestito alla Reggina. La stagione successiva ancora siamo stati eliminati dai preliminari di Champions League e poi me ne sono andato".

MILAN -"La prima sensazione ovvero l’intuizione di Galliani che mi volle al Milan. Non volevo tornare all’Inter dopo il prestito alla Reggina e quando il mio procuratore mi ha detto che c’era questa possibilità, ho detto subito sì. Sono stati 10 anni stupendi, i migliori della mia vita, nella quale ho vinto tutto. La prima Champions è stata la più bella e la più emozionate. Ho avuto la fortuna di giocare nelle prime tre squadre d’Italia. E’ vero, avrei avuto la possibilità di andare anche all’estero, ma non ho rimpianti perché sono contento di quello che ho fatto".

ANCELOTTI -"Io a favore del bel gioco o della ricerca del risultato a tutti i costi? C’è sempre una via di mezzo. A qualcuno piace vedere il bel gioco e non vincere, ad altri piace vincere e non il bel gioco. Allegri è un ottimo allenatore e lo sta dimostrando in questi anni, a volte la Juve gioca bene altre meno bene, ma vince ed ha ragione lui. Che rapporto ho avuto con Ancelotti? E’ stato l’allenatore che ho avuto per più anni in carriera. E’ stato un secondo padre per me e per altri al Milan dove abbiamo vinto molto. E’ una persona speciale che ci ha insegnato e dato tanto. C’è solo da ringraziarlo. Avesse fatto il ct avrei fatto il suo secondo in Nazionale? Ne abbiamo parlato ed è successo anche a Ginevra quando ci siamo rivisti per una partita amichevole. Siamo spesso in contatto e sono ancora giovane: magari succederà di lavorare insieme".

FUTURO - "Io allenatore? Può darsi. Per adesso non ci penso, ma intanto prenderò il patentino da allenatore e vedremo quello che succederà in futuro. Tanti miei ex compagni avevano detto che non avrebbero mai fatto gli allenatori e invece... Magari succederà anche a me", ha concluso.