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PER IL PALERMO UN FUTURO DA CATANIA?CON LO MONACO SI METTE LA FRECCIA PER TORNARE DAVANTI AI CUGINI

di Francesco Caruana Nonostante il presidente Maurizio Zamparini abbia indicato la Fiorentina come modello da seguire, oggi la squadra che sembra avere le maggiori credenziali per essere presa come.

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di Francesco Caruana Nonostante il presidente Maurizio Zamparini abbia indicato la Fiorentina come modello da seguire, oggi la squadra che sembra avere le maggiori credenziali per essere presa come riferimento per una rinascita del Palermo è il Catania. Nella speranza che i tifosi rosanero più passionali, dopo essere inorriditi davanti all’accostamento con gli storici rivali etnei, abbiano la pazienza di proseguire nella lettura, vediamo di spiegare il perché. Nel calcio ciò che conta sono i risultati, ed è innegabile che dal ritorno in Serie A delle due cugine siciliane il Palermo abbia sempre avuto una marcia in più rispetto al Catania, come dimostrano i piazzamenti finali nelle ultime stagioni: i rosanero hanno sempre distanziato di almeno cinque posizioni i rossoazzurri, fatta eccezione per la scorsa stagione, quando gli etnei hanno ottenuto un ottimo 11esimo posto mentre a Palermo la sudata salvezza è stata conquistata solo nelle ultime giornate. Che quello dello scorso campionato non fosse solo un caso isolato l’hanno dimostrato le prime 13 giornate della nuova Serie A. Il Palermo, letteralmente smembrato rispetto agli anni d’oro, continua ad arrancare e ad occupare la parte bassa della classifica, mentre il Catania sta proseguendo la sua strada virtuosa. L’addio di Montella, unito a quello dell’amministratore delegato Pietro Lo Monaco, non ha pesato negativamente sulla squadra del patron Pulvirenti, che è partita alla grande ed è a ridosso delle posizioni che valgono l’Europa. Come mai la favola Catania continua nonostante la partenza dei suoi principali artefici? È presto detto. Quello realizzato da Lo Monaco sotto l’Etna è stato un vero e proprio miracolo sportivo: grazie alla sua esperienza, scaltrezza, intraprendenza e lungimiranza l’amministratore delegato ha fatto del Catania una bella creatura del calcio italiano, capace di camminare stabilmente sui propri piedi anche dopo l’addio del suo papà e maestro. "Il Catania oggi è tra le società migliori d’Italia, tecnicamente ed economicamente –ha giustamente sottolineato Lo Monaco negli scorsi giorni- , per le sue potenzialità può benissimo lottare per un piazzamento in Europa League, altro che salvezza". Il processo di evoluzione intrapreso da Lo Monaco è partito da uno dei punti di forza del dirigente campano, la grande conoscenza del mercato sudamericano. Negli anni, il Catania ha accolto un’ondata di giocatori provenienti dall’America Latina, e in particolare dall’Argentina: la squadra rossoazzurra si è trasformata in una vera e propria colonia albiceleste, che numericamente nulla ha da invidiare a squadre tradizionalmente a forti tinte argentine come l’Inter. Se il Catania è una società economicamente florida, lo si deve alle oculatissime scelte di Lo Monaco. Negli anni lAD ha saputo vincere scommesse tecniche di tutti i tipi. Ha saputo scegliere giocatori comprati a poco e rivenduti a grosse cifre quali Vargas, Martinez e Silvestre. È riuscito a rilanciare carriere che sembravano al tramonto e che hanno trovato nuova gloria come quelle di Maxi Lopez, Almiron e Legrottaglie. Non ha dimenticato il mercato italiano, da cui è riuscito a cogliere importanti risorse che oggi costituiscono lossatura della squadra: giocatori quali Lodi, Marchese e Biagianti , presi dalle serie minori e diventati autentiche colonne. L’ultima ‘nidiata’ argentina di Lo Monaco ha portato in Sicilia Alejandro Gomez e Pablo Barrientos, destinati in futuro a lasciare gli etnei e ad assicurare un bel gruzzoletto al club di Pulvirenti. La forza del Catania è stata proprio quella di vendere i suoi gioielli poco alla volta, senza snaturare la squadra o stravolgerla dalle fondamenta. Lo zoccolo duro, insomma, non è stato intaccato dalle cessioni. Ma a Catania Lo Monaco non ha fatto bene soltanto sul mercato: una delle sue più grandi abilità è stata quella di riuscire a realizzare il progetto del nuovo centro sportivo di "Torre del Grifo". La struttura è una delle migliori in Italia e, come ha dichiarato più volte lo stesso Lo Monaco, da sola garantisce punti preziosi ad ogni campionato. E non può essere un caso che il nuovo amministratore delegato del Palermo abbia dato priorità assoluta al centro sportivo piuttosto che allo stadio che il patron Zamparini sognava di costruire in tempi rapidi. La dimensione internazionale raggiunta dal Palermo negli ultimi anni e il bacino d’utenza della squadra rosanero, più vasto rispetto a quello etneo, sono fattori che non possono che giocare a favore della costruzione del nuovo e ambizioso ciclo rosanero targato Lo Monaco. Purtroppo quest’anno bisognerà lottare per restare in Serie A, come accaduto per tanti anni a Catania prima della consacrazione, ma già da gennaio i tifosi del "Barbera" sperano di vedere i benefici della gestione Lo Monaco, dentro e fuori dal campo. Sognando un Palermo che cresce sul modello del Catania, ma solo per tornare a guardarlo dall’alto in basso.