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LE PAGELLE DI MEDIAGOL.IT REPARTO PER REPARTO IL CENTROCAMPO

Di Fabrizio Anselmo Il centrocampo è senza ombra di dubbio il reparto più importante in una squadra di calcio, è da lì che passano le azioni offensive, ed è sempre.

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Di Fabrizio Anselmo Il centrocampo è senza ombra di dubbio il reparto più importante in una squadra di calcio, è da lì che passano le azioni offensive, ed è sempre da lì che si spezzano le trame offensive degli avversari. La zona mediana del campo deve essere ben assemblata con interditori in grado di spezzare il gioco avversario, ma anche con costruttori in grado di lanciare le punte. Al Palermo di quest’anno è mancata una buona intelaiatura proprio nel reparto più importante del campo, costringendo i mastini a svolgere il ruolo degli artisti e dei geometri del pallone, con risultati spesso imbarazzanti. Oggi analizziamo il reparto che più ha sofferto in questa disastrosa annata, in cui le valutazioni non possono certamente essere positive: il centrocampo. Anselmo De Moraes 4,5 Giunto in Sicilia dal Genoa nello scambio con Pisano, il brasiliano viene subito gettato nella mischia nel match perso contro il Parma, mettendosi in mostra più per la sua folta chioma che per l’impatto sulla partita. Nelle poche presenze in maglia rosanero, trova anche un gol nel match perso contro il Siena, ma risulta sempre fuori dagli schemi e spesso fumoso. Immotivatamente pupillo. Bertolo 4,5 Non poteva non trovare spazio anche lui nelle pagelle di fine anno, nonostante le sole sette presenze in campionato, ed una in Coppa Italia. L’argentino, indicato non molto tempo addietro da Zamparini come la vera sorpresa del campionato del Palermo, in effetti sorprende e non poco per l’inefficacia in campo e per qualche ragazzata fuori dal campo che costano punti al Palermo ed alla sua patente di guida. Per sua fortuna, termina l’esperienza in rosanero il 28 dicembre 2012, ceduto a titolo definitivo al Cruz Azul. Brienza 5,5 Tornato a vestire la maglia rosa dopo cinque stagioni, Franco Brienza è uno degli uomini fortemente voluti da Sannino e Perinetti, acquisto avallato persino dal presidente Zamparini, storicamente contrario ai cavalli di ritorno. In rosa, quando gli infortuni non lo tengono lontano dal campo, riesce a fare valere la sua esperienza ed il suo peso all’interno dello spogliatoio, dove viene accolto tra i senatori, dallo stesso Miccoli. In campionato, tuttavia, gli manca il guizzo finale, che avrebbe consentito alla squadra di fare il salto di qualità. Difficilmente, infatti, i tifosi ricorderanno le belle giocate, i gol e gli assist sfornati, tra i quali quelli che sono valsi la doppietta a Dybala, rispetto ai gol sbagliati, uno tra tutti il gol a tu per tu con Mirante contro il Parma, che sarebbe valso tre punti pesantissimi. A gennaio l’ex direttore Lo Monaco lo cede all’Atalanta a titolo definitivo, errore gravissimo, soprattutto in vista del prossimo campionato di B, dove Brienza sarebbe stato un assoluto lusso per la categoria. Barreto 5,5 Cambiano gli allenatori, cambiano i direttori sportivi ma uno dei punti fissi del centrocampo rosanero è sempre lui, Edgar Barreto. Centrocampista tutto corsa e grinta, il paraguaiano non ha sicuramente nelle corde l’impostazione e la verticalizzazione, ed infatti, quando viene responsabilizzato di questo incarico, passa buona parte delle partite a rubare palloni che poi vengono regolarmente regalati agli avversari con passaggi improbabili e verticalizzazioni fuori da ogni logica. La sua unica colpa è quella di giocare in un centrocampo povero di idee e senza un vero regista a cui passare i palloni intercettati nel corso dei 90’ minuti. Per buona parte della stagione veste anche la fascia da capitano, data l’assenza di Miccoli, ma le sue prestazioni, fatte di corsa e passaggi orizzontali, non lo fanno entrare nelle grazie del pubblico rosanero, merita tuttavia mezzo punto in più per il carattere guerriero. Nella serie cadetta, Barreto, deve essere uno dei giocatori su cui puntare maggiormente per la risalita, date le sue doti atletiche, la sua grinta e la sua devozione alla causa rosanero, ma bisogna deresponsabilizzarlo dal compito di impostazione per non perderne la sua vera utilità in campo. Donati 4 Il doppio ruolo di difensore e centrocampista gli consente, suo malgrado, di fare parte anche delle pagelle sul centrocampo rosanero. Senza alcun dubbio Donati è uno dei giocatori che ha più deluso in questa stagione per via delle sue enormi potenzialità, mai espresse in campo. Fuori dagli schemi nel centrocampo di lottatori, lento ed in ritardo su ogni pallone, sono pochissime le partite in cui l’ex Milan, Celtic, Bari riesce a lasciare il segno, ma, quando ingrana, anche la squadra risente positivamente della sua presenza. Un giudizio così aspro è la logica conseguenza di una stagione in cui avrebbe dovuto fare la differenza, data la sua esperienza, ed invece finisce spesso per essere tra i più fischiati dal pubblico. Considerate le sue potenzialità, tuttavia, Donati può ancora tornare ad essere il faro del centrocampo, ma solo se ben motivato e con una preparazione adeguata sulle gambe. Assente ingiustificato. Faurlin 5,5 Portato da Lo Monaco nel mercato di gennaio per dare fosforo al centrocampo rosa, l’argentino esordisce, appena tre giorni dopo il suo arrivo, nel match perso contro l’Atalanta per 1-2 al Renzo Barbera ma appare troppo timido per potere essere da subito un acquisto su cui potere contare. Nelle restanti cinque apparizioni, prova a rendersi utile alla manovra di impostazione ma lo scarso minutaggio ne limita l’ambientamento. Nel match esterno perso contro la Juve, ha sui piedi il gol del pareggio, che avrebbe portato i rosa a -2 dal Genoa, ma cicca clamorosamente il pallone, aumentando le perplessità dei suoi detrattori che gli contestano la mancanza di sufficiente cattiveria in campo. Potenzialmente, tuttavia, è un ottimo giocatore, ma paragonarlo al nuovo Pirlo, sembra piuttosto azzardato. Formica 5,5 Vecchio pallino di Lo Monaco, l’argentino arriva in rosa per portare brio al centrocampo rosanero, direttamente dalla serie B inglese, per fare da collante tra i reparti. Quando viene schierato, in effetti, non delude nel ruolo di seconda punta, l’unico problema è che il suo ruolo non è la seconda punta. Con l’esonero di Gasperini e Malesani, ed il ritorno di Sannino, non trova più spazio nell’undici titolare. Riappare nell’ultima giornata contro il Parma, dove esalta Mirante, tirandogli di sopra a due metri dalla porta. Kurtic 4,5 Velocità, dribbling, visione di gioco, tiro da lontano, questa sarebbe stata probabilmente la descrizione dello sloveno in qualsiasi gioco, prima di vederlo all’opera con la maglia rosa, dove si imbolsisce e gioca come il classico tipo che ti porti a calcetto per fare numero. L’esperienza al Varese, nella stagione precedente, l’aveva fatto crescere tantissimo, tanto che su di lui si erano accesi i riflettori del calciomercato, prontamente spenti da Zamparini che aveva puntato tutto sulla verve dello sloveno che avrebbe dovuto prendere in mano le redini del centrocampo rosa. Numeri alla mano, nelle 30 partite giocate, raggiunge la sufficienza un paio di volte, ed il pubblico spesso lo prende di mira perché consapevole delle enormi potenzialità inespresse del giocatore. In serie B anche lui è una risorsa fondamentale per la risalita. Da tenere assolutamente. Rios 3,5 Senza alcun dubbio è lui il peggior giocatore del Palermo 2012/2013. Acquistato per tre milioni di euro, ingaggio da top player, considerato dal presidente Zamparini, l’acquisto dell’anno, Egidio Arevalo Rios riesce nell’incredibile impresa di mettere tutti d’accordo, nessuno come lui in maglia rosanero quest’anno, il peggiore. Un giudizio così pesante è la logica conseguenza delle aspettative che si avevano nei confronti del capitano dell’Uruguay, nonché quarto calciatore sudamericano dell’anno nel 2011, nonché candidato al “Balòn de oro” messicano nel 2012, aspettative tutte disattese nelle 27 partite da titolare giocate con la maglia del Palermo, dove il repertorio di passaggi orizzontali e palle perse lo rende l’emblema negativo di questa stagione. Dalla sua sicuramente la difficoltà di giocare in un campionato tattico e difficile come quello italiano, ma soprattutto l’assenza di un vero e proprio faro a centrocampo che gli avrebbe consentito di svolgere il suo ruolo di rottura senza gravarlo del compito di impostazione. Ilicic 5 Il dubbio che avvolge tifosi ed addetti ai lavori da ormai tre anni, è sempre lo stesso: si tratta di un campione o di un bidone? Si può parlare di campione per un giocatore che in 31 partite di campionato, ne gioca ad altissimo livello solo 5, risultando un ectoplasma per le restanti 26 partite? Ilicic è un giocatore dagli straordinari mezzi tecnici e fisici, dotato di corsa, fisico imponente, mancino ma abile anche di destro, ma il suo grande limite è la consapevolezza di possedere queste caratteristiche che lo renderebbero un giocatore alla pari con Lampard. La sua esperienza in maglia rosanero si chiude contro l’Udinese, alla terzultima giornata, ma a lui va riconosciuto il grande merito di aver tenuta accesa la fiammella della speranza nei cuori dei tifosi rosanero nelle partite giocate da fenomeno, dove, praticamente da solo, raccoglie 11 punti in 5 giornate. Menzione a parte per il gol del pari contro il Catania, che strozza la gioia dei tifosi catanesi a tempo ormai scaduto, nonché la splendida prestazione all’andata, ancora contro il Catania, dove con due gol ed un assist, riceve la palma di migliore in campo. A lui va comunque il ringraziamento per questi tre anni in maglia rosa, in cui, a sprazzi, si è potuto ammirare un campione assoluto. Sanseverino 6,5 Pochi scampoli di partita, contro il Parma all’andata, Fiorentina ed ancora Parma al ritorno, per capire che non era necessario cercare nuovi giocatori, quando la fascia destra l’avrebbe potuta arare in lungo e in largo il giovane Sanseverino. Fare tuttavia un paio di buone prestazioni da esordienti, è sicuramente più facile quando si è giovani e quando il destino della squadra è già segnato, adesso bisogna testarne la continuità, confermando quanto di buono fatto nelle apparizioni in maglia rosanero. Se il buongiorno si vede dal mattino, per Giulio si prospettano ottime giornate di sole. Viola 7 Reduce da una stagione esaltante in serie B con la maglia della Reggina, dove viene eletto secondo miglior centrocampista, subito dopo Verratti (per lui scudetto e quarti di finale in Champions League da titolare con la maglia del Paris Saint Germain), non riesce a trovare spazio in uno dei centrocampi più poveri di qualità dell’intera serie A, dove l’assenza di un regista vero, costringe i lottatori ad improvvisarsi costruttori, con risultati a dir poco imbarazzanti. Per lui pochissimi gettoni di presenza, se non a retrocessione avvenuta, e zero fiducia da parte di tutti gli allenatori passati dalla panchina del Palermo, da Sannino I, a Gasperini I, a Malesani, a Gasperini II, a Sannino II, eppure quando trova un minimo di continuità, il primo passaggio è sempre verso di lui, ma il calcio non è una scienza esatta, per cui può capitare che un regista venga tenuto a scaldare la panchina in un centrocampo dove si soffre l’assenza proprio di un regista. Per la serie B, Viola deve essere assolutamente uno dei punti fermi della squadra. Clicca qui per leggere le pagelle dei portieri Clicca qui per leggere le pagelle della difesa Clicca qui per leggere le pagelle del centrocampo. Clicca qui per leggere le pagelle dellattacco.