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LE PAGELLE DI MEDIAGOL.IT PALERMO-INTER 1-0

Di Fabrizio Anselmo Il Palermo vince contro l’Inter ed esce momentaneamente dalla zona retrocessione in virtù degli scontri diretti col Genoa. La vittoria passa da un centrocampo.

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Di Fabrizio Anselmo Il Palermo vince contro l’Inter ed esce momentaneamente dalla zona retrocessione in virtù degli scontri diretti col Genoa. La vittoria passa da un centrocampo muscolare che ha in Ilicic e Miccoli i finalizzatori perfetti. Sorrentino 6,5 Meriterebbe di restare senza voto, ma la sicurezza che infonde alla difesa, e i due interventi che regala ai fotografi del Renzo Barbera, gli valgono la sufficienza d’ufficio ed un mezzo punto in più per la reattività e la stima. Aronica 6,5 Si muove poche volte dalla linea difensiva, data la propositività di un Garcia in versione Zanetti, ma gioca di mestiere, guidando la linea del fuorigioco e arginando le folate offensive dell’Inter in maniera intelligente. Donati 6,5 Da difensore centrale gode della copertura del centrocampo muscolare rosa, e della sterilità dell’attacco nerazzurro, quando imposta, invece, sbaglia tanti lanci, ma si fa valere in campo grazie alla sua fisicità. Von Bergen 6,5 Partita dalle pochissime sbavature per il difensore svizzero, sempre puntuale negli anticipi e negli interventi. Insieme ad Aronica chiude le porte dei corridoi laterali, lasciando, di fatto, più libertà a Morganella sulla destra. Munoz 6,5 (dal 41’ st) Gioca pochi minuti subentrando al capitano Fabrizio Miccoli, ed entra in campo con la concentrazione giusta, indice di uno spirito guerriero che è condiviso da tutti i giocatori, panchina compresa. Garcia 7 Propositivo, forse troppo, corre in lungo e in largo su tutta la fascia macinando chilometri su chilometri. Quando dribbla Javier Zanetti innescando Miccoli, si capisce che il Garcia di oggi è un altro giocatore rispetto al girone d’andata. Tuttavia, a volte, dovrebbe limitare la sua corsa e giocare di contropiede per non lasciare la fascia scoperta. Kurtic 7 Mattonella dopo mattonella costruisce un muro invalicabile insieme a Barreto e Rios. Svolge un lavoro sporco ed è sempre presente nei momenti caldi della partita. La salvezza passa anche dai suoi piedi. Barreto 7 Chiude il rubinetto dell’Inter spegnendo sul nascere le ripartenze dei nerazzurri. Il Barreto di oggi gode di un sistema di gioco che lo deresponsabilizza e gli consente di giocare di rottura, ovvero ciò che gli riesce meglio. Rios 7 Sale in cattedra e ringhia su ogni pallone vincendo tutti i contrasti con i suoi diretti avversari. Lascia spesso la sua zona di competenza andando a raddoppiare il portatore di palla che è costretto a ripartire dalla difesa facendo guadagnare secondi preziosi ai rosa. Sbaglia tuttavia molte verticalizzazioni, ma quello di sicuro non è compito suo. Morganella 6,5 Pressa a tutto campo e risponde presente ogni qual volta viene chiamato in causa. Se riuscisse a gestire meglio il pallone e se fosse meno prevedibile nei passaggi, sarebbe un giocatore completo, ma la sua crescita continua è un segnale più che positivo. Nelson S.V. (dal 79’ st) Entra al posto di uno stremato Garcia. Insegue tanti palloni ma ne tocca pochissimi, la condizione fisica non sembra delle migliori ma è una buona alternativa. Ilicic 7,5 Chi fa gol in genere guadagna la palma di migliore in campo, e lo sloveno, oltre al gol trovato con precisione chirurgica, gioca in maniera concreta ed intelligente, meritando il voto che andrebbe però diviso con l’intero centrocampo che gli permette di folleggiare in avanti. Miccoli 7 Cuore, grinta e carattere. L’emblema della partita del capitano potrebbe essere riassunta con la corsa che fa, palla al piede, dopo quasi 80 minuti di gioco. In partita ha il merito di servire Ilicic che gode di libertà, dato che la sola sua presenza attira su di sé quattro giocatori avversari. Se gli fosse riuscito quel gol da beach soccer, avrebbe tolto la palma di migliore a Ilicic. Hernandez 6,5 (dal 71’ st) Entra al posto del gigante Ilicic. Compie un lavoro molto intelligente, pressando i portatori di palla dell’Inter, ma soprattutto tenendo il pallone nei convulsi minuti finali, dove la sua esperienza gli permette di mantenere la lucidità senza lanciarsi in inutili arrembaggi. Sfiora anche il gol in una occasione ma il tiro è ancora troppo debole. Sannino 7 Urla per 95 minuti e viene anche buttato fuori dal severo Orsato che lo costringe a seguire i minuti finali della partita da dietro le grate in tribuna come un leone in gabbia.