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LA RINASCITA DEL CHIQUI: ECCO COME GASP HA RIGENERATO EZEQUIEL MUNOZ

Di Calogero Fazio.

Mediagol8

Di Calogero Fazio

Era arrivato a Palermo con la fama del giovane difensore più promettente del Sud America, ma forse a causa della sua età, l’impatto con il calcio italiano non è stato dei migliori. Appena diciannovenne Ezequiel Munoz era stato chiamato al difficile compito di non dover far rimpiangere Simon Kjaer, ceduto al Wolfsburg e sacrificato sull’altare della plusvalenza. Il suo illustre predecessore aveva bruciato le tappe, dimostrando una sicurezza degna di un campione maturo già alla sua prima stagione nel calcio che conta, così lo stesso ci si aspettava che facesse il Chiqui.

Prima di un grave infortunio era stata la Fiorentina a far carte false per arrivare in anticipo rispetto agli altri su questo enfant prodige del Boca Junior che la rivista Don Balón aveva inserito nella lista dei migliori giocatori nati dopo il 1989, ma la Serie A resta il campionato più difficile del mondo e ci sono voluti due anni perché le tante speranze riposte in questo ragazzone di Pergamino cominciassero ad essere esaudite.

Fin da subito Munoz si dimostrò uno tosto nelle entrate, rapido e forte fisicamente, ma qualche rigore contro di troppo e una serie di amnesie difensive finirono per fare entrare l’argentino nell’occhio del ciclone. Col tempo lievitò il numero dei suoi detrattori. Tante sono state in questi anni le critiche che gli sono state mosse, non sempre meritatamente. Sia chiaro, gli errori ci sono stati, ma forse i nomi altisonanti dei compagni di reparto, il primo anno a Balzaretti, Cassani e Bovo e il successivo con gli ultimi due sostituiti da Silvestre e Pisano, finivano per far scivolare quasi unicamente su di lui le perplessità per una fase difensiva mai fatta veramente bene.

Eppure l’impressione è sempre stata che i fischi che ogni tanto gli cadevano addosso fossero ingenerosi per uno che ha sempre lottato e sudato la maglia. L’era Gasperini ha però dato nuova linfa alla carriera dell’argentino. Nonostante l’avvio negativo dei rosa in campionato, il Chiqui ha da subito fornito prestazioni più che convincenti, trasformando i fischi in timidi applausi.

Quando Sannino ha ceduto il posto a Gasperini, questo gli ha messo a fianco un giocatore esperto e carismatico come Donati, che sta contribuendo appieno alla maturazione calcistica di Munoz. L’argentino sta imparando a mantenere alta la concentrazione per tutti i 90 minuti di gioco e a difendere con maggiore attenzione e personalità. “Lui non è molto abituato a parlare in campo - ha detto Donati in una recente intervista -, non comunica con i compagni e invece sarebbe fondamentale farlo. Ho capito che bisogna un po’ guidarlo, ma quando affronta l’avversario uno contro uno è bravissimo.

Proprio l’esperienza di Donati e Von Bergen sta aiutando tantissimo Munoz a sfruttare al meglio le sue immense doti, senza sottovalutare il fatto che la difesa a 3 agevola molto i centrali difensivi che possono rischiare un po’ di più con la consapevolezza che ad ogni passo falso può rimediare uno dei compagni. Munoz è uno a cui piace tantissimo andare in anticipo, provare il tackle, mentre temporeggiare non è mai stato il suo forte. Adesso che è più libero di rischiare i suoi punti di forza diventano armi in più per la squadra, piuttosto che debolezze.

Il passato sembra oramai un capitolo chiuso, grazie ad una forza d’animo fuori dal comune che gli ha permesso di non abbattersi dopo due annate difficili. L’età per un difensore centrale è un fattore determinante. Non è un caso se puntualmente i migliori centrali non vengono mai fuori prima di 25-26 anni e danno il meglio dai 28 in poi. Munoz è ancora ampiamente in vantaggio rispetto alla maggior parte dei suoi coetanei ed ha dalla sua un’esperienza internazionale notevole col Boca e col Palermo.

Se riuscisse a continuare su questa strada, il ragazzo potrebbe attestarsi tra i migliori difensori centrali del campionato italiano. Ha tutte le carte in regola per fare il salto di qualità e la consapevolezza di essere cresciuto in maniera esponenziale in questi ultimi mesi. Adesso che tutto appare alla sua portata, deve solo fare l’ultimo passo in avanti verso la strada che conduce alla gloria, ma questo ci auguriamo di potervelo raccontare tra qualche mese.