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Chievo, Sorrentino: “Da piccolo ero attaccante, poi costretto ad andare in porta. Ecco mio sogno”

Le parole del portiere clivense Stefano Sorrentino.

Mediagol8

Una carriera iniziata da attaccante, poi la svolta con i guantoni.

Dall'obiettivo di fare gol al pensiero opposto, salvare la porta e negare agli altri la gioia di festeggiare una rete. Un passato da punta per Stefano Sorrentino, poi costretto dal suo mister a svestire i panni da goleador per mettersi in porta. A raccontarlo è lo stesso portiere ex Palermo, ora in forza al Chievo, intervistato da ‘Sport2000′: “Da piccolo facevo l’attaccante. Poi ad un torneo verso gli anni 90, dato che mancavano i portieri, il mister di quel tempo, Rino Rado, mi disse vai tu in porta perché tuo papà è portiere. A quel tempo mio padre era ancora in attività. In quel torneo andai in porta e vinsi il premio di miglior portiere. Da lì poi decisi di continuare a giocare in porta".

"Il Chievo è una famiglia e il suo segreto è il presidente Luca Campedelli. Grazie a lui il Chievo negli ultimi 15 anni è rimasto in serie A 14 volte. Questo significa continuità, programmazione e tanta passione. E’ il nostro primo tifoso e segue tutti i nostri allenamenti. I sogni nel cassetto? Ci sono sempre e sono tanti- ammette Sorrentino-. Il mio è arrivare alle 600 partite tra i professionisti".