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LE PAGELLE DI MEDIAGOL.IT PALERMO-CESENA 2-1

Di Fabrizio Anselmo “Se vi aspettate un Palermo come il Barcellona, io non son capace, ma questa squadra ha dimostrato che sta con me, mi segue e sta facendo tutto per onorare la maglia”..

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Di Fabrizio Anselmo “Se vi aspettate un Palermo come il Barcellona, io non son capace, ma questa squadra ha dimostrato che sta con me, mi segue e sta facendo tutto per onorare la maglia”. Se il Palermo gioca male e vince, chissà cosa succederà se i rosa ingraneranno anche dal punto di vista del gioco. Migliore in campo l’esplosivo Kyle Lafferty che con un gol su punizione ed un rigore procurato spezza in due la partita, il peggiore è lo smarrito Pisano che corre per un’ora senza vincere alcuna medaglia. SORRENTINO 6,5 il triste destino dei portieri è quello di sembrare i colpevoli negli errori della difesa, e così il gol del vantaggio del Cesena può sembrare una topica di Sorrentino che in traiettoria si fa piegare i guantoni da De Feudis, quando in realtà il solo fatto di trovarsi in traiettoria da una distanza così ravvicinata è già di per sé una mezza parata. Per il resto solita grinta e sicurezza nella gestione del comparto difensivo. Grintoso. MORGANELLA 5 fisicamente inarrivabile, corre instancabilmente per 94’ minuti ma non è supportato da un’adeguata tecnica e visione di gioco, fattore determinante negli episodi che possono decidere il match. Il gol del Cesena nasce da un suo folle appoggio per Munoz. Per sua fortuna la Serie B consente di salvare la prestazione con la grinta e la corsa. MUNOZ 6 col suo rientro il comparto difensivo ha acquisito maggiore sicurezza. In area i palloni alti hanno trovato una calamita invece di una calamità ma le carenze dell’argentino risiedono nel suo Dna. Se sapesse anche impostare, probabilmente, non giocherebbe ancora nel Palermo. TERZI 5,5 continuare a dire che a Terzi manca il tempismo sulle palle alte può sembrare ripetitivo, ma è uno dei pochi appunti che si possono fare alla prestazione tutto sommato sufficiente dell’ex Siena. PISANO 5 fino a qualche anno fa era considerato uno dei migliori terzini della B, oggi è un giocatore da recuperare dal punto di vista mentale, dove anche le giocate più semplici sembrano imprese insormontabili. Colpevole sul gol, dove non chiude la diagonale e lascia concludere indisturbato De Feudis, Eros deve vincere la battaglia contro se stesso, prima che contro l’avversario, per tornare ad essere uno dei terzini migliori della B. Dalla sua il fatto di giocare sulla fascia sinistra, invece che a destra, suo habitat naturale. Potenzialmente inarrestabile. DAPRELÀ 6 subentrato al 15’ del secondo tempo per Pisano, dimostra di avere le carte in regola per essere il padrone della fascia sinistra. BOLZONI 5,5 Gattuso l’ha catechizzato una settimana per fargli cercare la verticalizzazione, adesso il Mister passerà un’altra settimana per fargli capire che ci ha ripensato. Tanta sostanza, tanta legna, tanta quantità, ma qualità al limite della sufficienza. Con un faro sulla mediana a cui passare i palloni, potrebbe essere uno dei migliori centrocampisti della Serie B. Il suo pallone colpito al 47’ dopo un contropiede di Hernandez, pare sia arrivato direttamente a Mondello. Instancabile. BARRETO 5,5 chi ha pensato che Capitan Barreto avrebbe sistemato il centrocampo rosanero, probabilmente non è stato molto attento alle prestazioni del paraguaiano nella scorsa stagione. Giocatore generoso, umile, attaccato alla maglia, ma sicuramente non il giocatore in grado di fare ordine e spostare gli equilibri di un match. Quando prova la verticalizzazione, regala sistematicamente il pallone agli avversari, mentre in fase di rottura è davvero insuperabile. Il suo “X-Factor” è la forte personalità e voglia di vincere, fattori fondamentale in questa categoria. Roccioso. STEVANOVIC 5 non è in giornata, è evidente già dalle prime battute. Al 6’ del primo tempo verticalizza un pallone per l’avversario che ringrazia e riparte in contropiede, mentre nell’arco del match riesce a superare pochissime volte il suo marcatore diretto. Appannato. DI GENNARO 6 nel 4-3-1-2 il suo compito è di fare movimento tra le linee ed innescare le punte in velocità, ma il suo piede caldo e la sua voglia di fare gioco lo inducono inevitabilmente ad essere un accentratore, togliendo linfa vitale alle punte rosanero. Gattuso lo fa uscire, nonostante fosse stato tra i più pericolosi e propositivi del Palermo, ed i rosa ribaltano il risultato. LAFFERTY 7,5 il “Deus ex machina” di Palermo-Cesena ha un nome e cognome: Kyle Lafferty. Entra al 10’ del secondo tempo sullo 0-1 e dopo quattro minuti sigla il pareggio su una punizione letale ma che i più attenti hanno già avuto modo di conoscere nel ritiro estivo. Dopo altri otto minuti conquista “di mestiere” un calcio di rigore che Hernandez trasforma, e fino al 95’ lotta e subisce falli guadagnando secondi preziosi. Qualcuno diceva che il Palermo giocava meglio senza il “lungaccione” irlandese, chissà se adesso si è ricreduto. Prezioso. DYBALA 5 altra prestazione incolore per il giovane argentino che passa buona parte del match a litigare col pallone, ricevendo anche qualche ingeneroso fischio che non rende giustizia all’impegno profuso in campo. Con l’uscita di Di Gennaro, tuttavia riesce trovare qualche buona giocata ed a svariare sulla trequarti, mettendo pressione ai portatori di palla del Cesena. Il Mister crede tantissimo nel numero nove rosanero, forse più di quanto il giovane Paulo creda in sé stesso. Potenzialmente un fuoriclasse. LORES S.V. entra al 41’ per Dybala, provando ad incidere sul match con conclusioni da lontano e dribbling ubriacanti. A risultato acquisito, tuttavia, bisogna lasciare scorrere le lancette, più che cercare la gloria personale. HERNANDEZ 6,5 quarto gol in tre partite, corsa, difesa e nessuna paura negli scontri di gioco. L’uruguaiano si è calato con umiltà nella categoria ma certi atteggiamenti vanno assolutamente evitati: togliersi la maglietta dopo il gol, e ricevere un’ammonizione significa non avere la lucidità necessaria per capire quanto si è importanti per questa squadra. Mezzo punto in meno. GATTUSO 7 l’inserimento della terza punta al posto del trequartista è una scelta azzardata ma, col senno di poi, vincente. Gattuso dimostra di conoscere alla perfezione i suoi uomini, sa cosa può dare ognuno nel corso del match, e si rende conto dei limiti di questa squadra che fa del carattere la sua arma vincente. Ad ogni gol è il primo che viene cercato dai giocatori che sembrano giocare esclusivamente per lui. Chi vince ha sempre ragione, lunga vita a Mister Ringhio.