Nessun interrogatorio per Maurizio Zamparini.
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Palermo Calcio, Zamparini rifiuta: no all’interrogatorio di Pecoraro, ecco perché
Niente incontro con gli uomini della federazione: c'era il si del Gip ma l'ex patron rosanero non ha accettato poiché non è più un tesserato della Figc da oltre un anno
L'ex patron del Palermo Calcio, secondo quanto riportato dall'edizione odierna de Il Giornale di Sicilia, non avrebbe difatti accettato di farsi sentire dagli uomini della Procura federale, in primis dal capo dell'ufficio stesso, Giuseppe Pecoraro. Nonostante l'autorizzazione effettivamente pervenuta dal Gip del Tribunale di Palermo Gioacchino Scaduto, infatti, l'imprenditore friulano avrebbe deciso di non parlare con lo stesso Pecoraro e con gli altri procuratori: il motivo principale di tale scelta sarebbe da ricercare nel fatto che l'ex presidente del club rosaneronon è più un tesserato della Figc da oltre un anno, ovvero da quando ha lasciato le cariche e la proprietà della società di Viale del Fante:
"Questo secondo punto è però molto dubbio, secondo Pecoraro, ed è anche un altro dei motivi per cui l'ex presidente - per adesso agli arresti domiciliari - non ne vuol sapere, di rispondere alle domande degli inquirenti del mondo del calcio: il capo dell'organismo federale aveva infatti detto chiaro e tondo che è ancora Zamparini il vero proprietario del Palermo. Concetto in qualche modo ripreso da quanto aveva scritto lo stesso giudice Scaduto, nel provvedimento con cui aveva negato la revoca dei domiciliari, ma che avrebbe ancora di più indisposto il vulcanico ex numero uno di viale del Fante, che assieme ai suoi avvocati, Antonio Gattuso e Enrico Merzaduri, ha riflettuto sull'opportunità di rispondere - peraltro da non tesserato - a un inquirente sportivo che ha già maturato il proprio convincimento".
Da qui nascerebbe il secondo motivo che avrebbe spinto l'ex azionista di maggioranza della società siciliana a dire di no all'interrogatorio. La terza ragione di tale cautela da parte dell'imprenditore friulano sarebbe invece da cercare nella possibilità che il verbale raccolto da Pecoraro e dai suoi colleghi possa in qualche maniera confluire nel procedimento penale e che possa, dunque, concretamente essere utilizzata contro lo stesso Zamparini e gli altri indagati, i quali, come lui, rispondono al momento di reati che vanno dal riciclaggio all'autoriciclaggio (ipotesi che, però, parrebbero aver perso un po' di consistenza) e soprattutto ai falsi in bilancio e alle false comunicazioni fatte alla Covisoc:
"Sono le ultime due, le accuse che la Cassazione ha ritenuto fondate e che tengono l'imprenditore friulano ai domiciliari, dal 24 gennaio, nella sua casa di Aiello del Friuli. E lì - col permesso del Gip e con il parere favorevole dei pm di Palermo - si sarebbe dovuta tenere l'audizione della Figc. L'eventuale presenza dei legali avrebbe consentito di acquisire il verbale agli atti dell’inchiesta penale. Ma Zamparini, peraltro non essendo tesserato, non può essere obbligato a farsi ascoltare: anche perché non c'è possibile sanzione a suo carico".
Nei giorni scorsi inoltre, sempre secondo quanto riportato stamani dal noto quotidiano regionale, Giuseppe Pecoraro avrebbe incontrato alcuni dei propri "colleghi" magistrati togati del pool coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Salvatore De Luca. Durante tale incontro sarebbe stato fatto il punto della situazione rispetto all'indagine dei pm Dario Scaletta, Andrea Fusco e Francesca Dessì, ormai in pratica agli sgoccioli e di cui starebbe per essere notificato l'avviso di conclusione delle stesse indagini:
"Sul fronte della nuova, possibile istanza di fallimento, Pecoraro aveva chiesto ai pm di fare presto, nel decidere il da farsi, perché il rischio di falsare il prossimo campionato al quale i rosa parteciperanno, di Serie A o di Serie B che sia, è altissimo".
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