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FIGC, Gravina sentenzia: “Senza spettatori non è calcio. Stadi? Ecco quando tornano i tifosi”

Mediagol8

Il numero uno della Federcalcio sulla ripartenza della Serie A

Dopo 101 giorni dall'ultimo match, la Serie A è pronta a ripartire.

A dare il re-start saranno i 4 incontri mancanti della 25esima giornata, interrotta in quel di febbraio a causa dell'emergenza Coronavirus. Scontri per le zona retrocessione e lotta scudetto, 'euforia e speranza' sono i termini giusti per descrivere questo nuovo inizio, fortemente voluto dal presidente GabrieleGravina. Il numero uno della Figc, intervenuto ai microfoni de 'La Stampa', ha parlato a 360° del lungo percorso che ha portato il calcio italiano a non fermarsi, a cominciare dalle sensazioni provate durante la finale di Coppa Italia: "Devo dire che senza spettatori è stato uno spettacolo monco. Quando riapriranno gli stadi? Non appena saremo definitivamente al riparo da questo virus grazie a un vaccino". 

Tanta incertezza e poche sicurezze, la Serie A 19/20 ha rischiato in maniera considerevole di essere congelata nel momento clou della stagione: "È nelle difficoltà che le persone rivelano la propria natura e la propria lealtà. Ecco, diciamo che ho fatto una certa selezione. C'è chi mi ha deluso, ma cerco di cogliere il lato positivo: almeno hanno gettato la maschera e così ho capito chi sta da una parte e chi dall'altra. I rapporti con Malagò? La questione non è questa, io mi aspettavo una maggiore condivisione anche dall’intero sistema. Solo perché all’inizio del lockdown abbiamo detto che il calcio faceva da volano al sistema, siamo stati aggrediti e tacciati di arroganza. Non chiedevamo privilegi, ma il riconoscimento della nostra centralità. E invece c’è chi ha ragionato in base al proprio orticello". 

Chiosa finale sul calcio femminile: "Ho provato fino in fondo a garantire un verdetto sul campo, ma le calciatrici e soprattutto le società hanno preso un’altra strada penalizzate come sono dall’attuale status dilettantistico. Ma il consiglio federale del 25 giugno sarà dedicato in gran parte a loro. Stabiliremo una data per cui in tempi rapidi le ragazze arriveranno al professionismo, alla parità di diritti. Scudetto alla Juventus? Con nove punti di vantaggio mi sembrerebbe un atto di grave ingiustizia non farlo".