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Roma, Monchi: “Non ho la bacchetta magica, ho sbagliato qualcosa. Non sono qui per vendere”. Poi su Zaniolo-Nainggolan…

Roma, Monchi: “Non ho la bacchetta magica, ho sbagliato qualcosa. Non sono qui per vendere”. Poi su Zaniolo-Nainggolan…

Le parole del direttore sportivo del club giallorosso

Mediagol23

"Quando arriva il mercato, d’estate o d’inverno, il mondo gira intorno ai direttori sportivi. Tutti aspettano che prenda tre o quattro giocatori e che diventeranno calciatori importanti. Invece per me normalmente il mercato di gennaio non cambia tanto una squadra, è per cambiare delle piccole cose".

Con queste parole a Sky Sport Monchi, direttore sportivo della Roma, ha aperto il 2019 giallorosso. Lo spagnolo, che nelle prossime ore e per i 30 giorni futuri sarà impegnato nella sessione invernale di calciomercato, ha parlato così della sua filosofia di lavoro: "Se bisogna fare 4 o 5 acquisti, vuol dire che qualcosa si è sbagliato nel mercato d’estate. Mai prendo un giocatore che non vuole l’allenatore e mai prendo un giocatore che vuole l’allenatore e non voglio io, ma questa è una filosofia. È il mio modo di lavorare, nessuno dei due deve imporre il proprio punto di vista, tutto deve essere condiviso. Sono 16 le persone che lavorano nel mio ufficio, lavorano e viaggiano tanto, non solo. Noi facciamo una prima parte dell’anno in cui raccogliamo una visione generale, poi cominciamo a segnalare il giocatore e a fare un giro. Ma lo vediamo tante volte, tra le 6 e le 12 volte. Lavoriamo dal vivo e dalla tv, ma dal vivo sempre. Differenze tra la Spagna e l'Italia? Qui si lavora in una vetrina, esce tutto (le notizie, ndr), è difficile, per me è stato il cambiamento più grande. In Spagna il mercato è importante, ma non diventa una notizia continua. Qui è una notizia non solo ad agosto o a luglio, ma a settembre, ottobre, novembre… quindi è più difficile. Perché una squadra magari non è sveglia, e si sveglia quando legge una notizia".

Non poteva mancare poi un riferimento alla tifoseria del club giallorosso, protagonista sugli spalti ma anche nelle riunioni della società: "I tifosi della Roma hanno tutti ragione, ma il tifoso ha sempre ragione, solo che quelli della Roma di più, perché è vero che quando uno tifa una squadra come la Roma – che è una squadra grande, non solo in Italia, ma anche in Europa – bisogna vincere qualcosa. È normale, gli ultimi ai quali si può dare una colpa sono i tifosi della Roma perché hanno ragione. Io non posso dire niente, al di là dei media, per strada ho sempre avuto la sensazione che loro siano vicini a me, ma è vero che qualcosa dobbiamo anche dargli. Sono tanti anni che non vincono niente, quindi è normale. Non sono venuto qui per vendere Rudiger, Salah, Paredes, ma per fare il mio lavoro e il mio lavoro era sistemare i numeri. Piano piano l’anno scorso abbiamo sistemato più o meno i numeri e abbiamo fatto delle vendite normali, quelle che io ho pensato essere buone per la società. Non ho la bacchetta magica, quello che ho fatto, l’ho fatto sempre nella stessa forma, lavorando con i giovani, ma anche con i giocatori che già sono fatti. Credo che alla fine i tifosi, voi (la stampa, ndr), potrete cominciare a capire quale sia la mia idea. So che il tempo nel calcio a volte non arriva mai. Ma sono convinto, perché so come lavoro io e come lavorano quelli che ho intorno, che alla fine abbiamo ragione".

"Zaniolo-Nainggolan? Stavamo facendo una trattativa e abbiamo cercato dei nomi. Abbiamo fatto due richieste: Zaniolo e Radu, il portiere del Genoa. Radu era chiuso col Genoa. Loro non volevano venderlo, non sono scemi, ma è vero che volevano Radja ma non è vero che senza Zaniolo non si sarebbe fatto. Con Piero (Ausilio, ndr) ho un ottimo rapporto e sapevamo che ognuno doveva dare la sua parte- le parol del ds del club capitolino-.Totti? Piano piano sta imparando, è una persona sveglia. Gli piace seguirmi nelle trattative, ogni volta si inserisce di più. Quello che dice ha sempre un senso. Perché Monchi? Perché Ramon è Monchi, è come Giuseppe e Peppe, Francesco e Cesco. È un diminutivo, mia mamma mi chiamava Monchi e quindi va bene chiamarmi così”.

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