di Fabio Giacalone Conclusasi ieri la cinque giorni di passione per le vicissitudini disciplinari che hanno investito il Palermo (con un epilogo tutto sommato edulcorato rispetto alle premesse, con la decisione della Corte di giustizia federale di ridurre ad una sola giornata la squalifica di Miccoli e la non designazione dellarbitro Banti per alcuna gara del fine settimana, né in serie A né in B per la serie, giustizia è stata fatta!), adesso la concentrazione massima la merita la gara di domenica al Barbera contro il Siena. Lardore che i tifosi sembrano intenzionati a mettere allesterno dei cancelli dello stadio, nel pre-partita, per dimostrare e manifestare il proprio sostegno al presidente Zamparini e alle sue battaglie contro le lecite angherie del nostro calcio (sostegno doveroso per evitare che la crociata zampariniana finisca in termini donchisciotteschi con lessere una guerra ai mulini a vento), andrebbe ancor più fatto entrare dentro il Barbera e accomodare sugli spalti, perché la gara contro il Siena è di quelle toste. Lavversario non è né il Milan, né la Roma, né la Juve (non è citata lInter per ovvie ragioni di risultato!). E una squadra di media-classifica (medio-bassa finora), che sta giusto ad un punto dai rosa, che gioca un calcio senza fronzoli, che esalta il tatticismo del suo tecnico e che potrebbe causare al Palermo quellempasse che finora i rosa hanno ritrovato nellaffrontare formazioni accorte, pronte a bloccare le fonti di gioco di Ballardini e a mordere in contropiede le debolezze della retroguardia. Si gioca al Barbera, appunto, e questo deve diventare il vantaggio di una sfida simile. A differenza delle partite contro il Cagliari, contro il Bologna, contro il Torino, qui sarà il calore dellambiente a determinare la bontà dellapproccio dei rosa ed eventualmente a dare vigore al forcing di Liverani e compagni allarroccata difesa dei toscani. Oltre al vigore occorre, però, lefficacia. Da questo punto di vista, la possibile presenza di Succi in campo dal primo minuto potrebbe fornire risposte confortanti al dilemma della cattiveria sotto porta. A patto che il bolognese sia il famelico cercatore di gol scoperto nel secondo tempo della sfida di Bologna. Per lui, domani si tratterà di unoccasione doro per dimostrare (o provare a farlo) a pieno le proprie qualità e che ruolo si candida a giocare in questo organico a partire dalla ripresa del campionato. La stessa cosa vale per laltra pedina che lennesimo stop ai box di Igor Budan ha rilanciato a ridosso della squadra titolare, quel Levan Mchedlidze che dopo lexploit contro la Juve ha dovuto forse pagare dazio alla sorte che era stata così benevola con lui (resta ancora nella mente di tutti lo scatto del poderoso georgiano e la palla infilata alle spalle del sovrano Buffon), concedendogli uno spiraglio di salute fisica giusto in occasione di quella gara: salute che è poi andata a scemare nelle settimane successive. Efficacia, dunque, ma anche buona sorte. Di certo la penserà così Edi Cavani, che ancora ripercorre per infiniti fotogrammi lazione della traversa stampata in quel di Cagliari dopo lo stacco imperioso in area: il secondo nel giro di una settimana, visto che col Milan lo stacco cera stato, imperioso, e lì le cose erano andate decisamente meglio. Domani per luruguagio una responsabilità in più, nel dover reggere lui titolare inamovibile il peso anche psicologico di un attacco privo della sua punta di diamante, Fabrizio Miccoli. Ma non solo Cavani sarà chiamato ad una gara di grande impegno e verve. Dal momento che le ultime prestazioni di Miccoli, per intensità, voglia e cattiveria agonistica, sono state da vero condottiero, domani un po tutta la squadra avrà la responsabilità di non perdere la rotta in assenza delluomo più in palla e trascinatore. Escluso Carrozzieri, che da questo punto di vista non fa mai cilecca, si attendono importanti risposte da Liverani, Nocerino (fosse sempre quello del secondo tempo di Cagliari saremmo da Champions), Bresciano, Simplicio, Cassani. Amelia, invece, può continuare la strada intrapresa già contro il Milan, tranquillo come ormai è visto limpegno della società nel dissipare intorno a lui tutte le nebbie che ne offuscavano il rendimento. Ma onore a Jimmy Fontana che del Palermo è stato valoroso alfiere da tre anni a questa parte. Speriamo per lui e per il rapporto con il pubblico rosa, che il suo finale di carriera in rosa sia meno amaro del preludio di queste ultime settimane. Anche se il dentino sè già immerso nel veleno.
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Dai verdetti dei giudici al campo Col Siena contano pubblico e squadra
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