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ZAMPARINI: “ADESSO SUPERATA SOFFERENZA”

ZAMPARINI: “ADESSO SUPERATA SOFFERENZA”

di Claudio Scaglione.

Mediagol8

di Claudio Scaglione

La vittoria nel derby contro il Trapani avvicina ulteriormente il Palermo alla Serie A: il successo conseguito da Barreto e compagni al Provinciale rappresenta il 15esimo risultato utile consecutivo, record dell’attuale campionato cadetto. I rosa sono diventati una macchina da guerra che, tra l’altro, non ha mai perso in questo 2014 (unica squadra in B). Un trend esagerato quello della squadra di Iachini che già respira aria di promozione, dato il largo gap dalla terza Latina, +15 punti.

È soddisfatto di quanto sia riuscito a fare la sua squadra, presidente Maurizio Zamparini?

"Sì, sono parecchio contento, va a colmare un po' il dispiacere dell'anno scorso, ho proprio rosicato e sofferto molto – ha detto il patron, intervenuto nel corso della trasmissione radiofonica ‘Radio 2 Facci 1 Gol’ –. È classico del nostro calcio, quando si vince c'è entusiasmo e quando si perde si deprimono tutti. Ieri abbiamo vinto il derby, anche se era importante più che altro per andare in Serie A".

Manca davvero poco per scrivere ‘Palermo’ nella lista delle 20 squadre della Serie A 2014-15. Ha fatto i calcoli di quando potrete finalmente festeggiare l’aritmetica promozione?

"Se ho fatto i calcoli su quando festeggeremo? Possiamo solo buttare via questa Serie A, stiamo ottenendo grandi soddisfazioni e mi fa davvero piacere per un allenatore che sta facendo benissimo come Iachini. So che i miei precedenti non aiutano, ma vi dico che rimarrà con noi per molti anni".

La stagione non era cominciata con Iachini, bensì con Gattuso. Quanto le è dispiaciuto mandare via l’ex bandiera del Milan?

"Mandare via Gattuso mi è dispiaciuto tantissimo, ma è stato un errore di entrambi. Perché io ho puntato troppo sulla sua immagine e lui invece ha fatto l'errore di accettare una panchina per cui non era ancora pronto. Diventerà un grande allenatore, ma ha bisogno di 2-3 anni di gavetta".

La sua fama di Italia e nel mondo è quella di ‘mangia-allenatori’. Ci può spiegare come avviene un esonero?

"Di solito la telefonata matura nei mesi precedenti, non è mai una decisione dovuta alla scarsità dell'allenatore, è più un tentativo di dare un colpo di frusta alla squadra, per cambiare un po' orientamento. La psicologia della squadra nel calcio è importantissima. E' più semplice cambiare solo l'allenatore che non tutta la squadra. Alle volte nella disperazione fai questo tipo di tentativi. Vuol dire che sono stato disperato molte volte. Molte volte volevo vincere anche quando non c'era la squadra all'altezza. Sono cose che succedono, questo è il mio carattere...".

Il suo carattere la porta ad amare anche certi suoi giocatori del passato. C’è un suo “uomo di calcio” che ha amato particolarmente?

"Toni, ad esempio. Lui è stato il centravanti che ci ha portati in Serie A, ha fatto due annate fantastiche. Sono rimato amico di tutti i giocatori che abbiamo avuto, tutti i calciatori li ho trattati come figli e li ho amati tantissimo. Ho sempre cercato di dargli i principi più sani e veri dello sport e penso che mi stimino, perché mi chiamano ancora e li rivedo sempre con piacere".

Nella sua carriera da presidente ha speso tanto nel calcio. Sa dare qualche cifra in questo senso?

"Quanto mi chiedete? Tanto, tra Venezia e Palermo. Però ho sempre detto che nella vita ho avuto tanto e siccome il calcio è una questione sociale, preferisco averli persi nel calcio che non al gioco o ai cavalli. Sicuramente ho speso molto, ma ho avuto indietro tanto a livello di immagine. Non è un business, ma ci dà tanta immagine e noi presidenti siamo dei vanagloriosi e quindi siamo felici così".

A proposito d’immagine, sente di risultare simpatico alla gente?

"Io? Simpatico alla gente? Beh, forse perché dico sempre la verità e la gente lo percepisce".

D’altro canto, si dice in giro che intimorisca gli allenatori. È d’accordo?

"No, direi di no. Con Iachini mi sento 3-4 volte a settimana. Lui l'ho inventato io da allenatore, era il mio capitano a Venezia e lì ha anche fatto con me le prime esperienze in panchina. Direi che non sono intimoriti. Molti allenatori sono talmente supponenti che non condividono il contatto umano che è molto importante. Tanti l'hanno capito dopo e sono comunque rimasti miei amici".