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Palermo, porte girevoli: la parata di Foschi salva in corner Posavec. Il braccio di ferro con Zamparini…

Palermo, porte girevoli: la parata di Foschi salva in corner Posavec. Il braccio di ferro con Zamparini…

Il dirigente romagnolo costretto a dimenarsi in un contesto estremamente complicato: conciliare aspetto tecnico ed economico ed affermare la centralità del suo ruolo tra parere del patron e solito stuolo di consulenti vicini all'imprenditore...

Mediagol2

Non ha ancora firmato il contratto che lo legherà al club di Viale del Fante ma fa già pesare esperienza e carisma.

Rino Foschi, alla sua terza avventura in seno ai quadri dirigenziali del Palermo, si dimena con fare da acrobata tra le montagne russe di una situazione a dir poco complicata sotto il profilo tecnico e societario.

Lo fa con la tempra e la passione che da sempre lo contraddistinguono, consapevole che, in virtù di competenza, acume e doti negoziali, riuscirà a portare a termine la sua mission manageriale.

Capitalizzare al massimo la cessione dei pezzi pregiati, ridurre il monte ingaggi, far quadrare i conti, allestire una squadra giovane ma competitiva. Un'impresa che il dirigente romagnolo sente di poter compiere.

A patto che possa operare ragionevolmente in autonomia, almeno in sede di scelte squisitamente tecniche, da effettuare di concerto con l'allenatore. Centralità nell'interpretazione del ruolo senza ingerenze o intromissioni perentorie dea parte dello stuolo di consulenti, italiani ed esteri, notoriamente team influente e coadiuvante nelle strategie del patron friulano.

Questo il pomo della discordia che portò un paio di stagioni fa Foschi a gettare la spugna anzitempo adducendo presunti problemi di saluti salvo poi, fortunatamente, smentire categoricamente la circostanza qualche tempo dopo.

Controversie e conflittualità che in embrione riaffiorano inevitabilmente anche in questa ennesima puntata dell'infinita liason professionale tra Foschi e Zamparini.

Zavorre operative oggetto di perplessità da parte del dirigente romagnolo che ha voluto toccare con mano le garanzie paventate preventivamente dall'imprenditore friulano prima di apporre la firma sul contratto.

La posizione di Posavec è stato un primo probante banco di prova.

Oggetto di confronto anche piuttosto animato tra le parti. Da una parte Zamparini che avrebbe voluto riprovarci ancora una volta, conferendo i galloni di titolare ad un portiere giovane, di prospettiva ma al momento lacunoso e tecnicamente acerbo, il cui cartellino rappresenta per il club un patrimonio da valorizzare in ottica futura.

L'estremo difensore croato dispone di buoni mezzi atletici, elasticità, reattività, buona esplosività e presenza tra i pali. Base a cui fanno da contraltare una serie di evidenti lacune in termini di stile e modalità di esecuzione dei fondamentali, dalle uscite alle prese basse, sulle quali bisognerà lavorare molto nel suo percorso di maturazione e crescita sul piano tecnico. Aspetti perfettibili a medio lungo termine, principale causa dei numerosi errori, spesso pesanti e decisivi, collezionati in maglia rosanero. Credibilità e fiducia da parte di addetti ai lavori ed ambiente nel capoluogo siciliano sono inevitabilmente venute un po' meno nei confronti del ragazzo.

Di conseguenza, se si vuole realmente mettere in condizione Posavec di limare i suoi difetti ed esaltare le sue indubbie potenzialità, è scelta saggia e acuta farlo cimentare in una nuova realtà in cui possa partire con il piede giusto senza retaggi psicologici né pregiudizio alcuno. Così si tutela umanamente il ragazzo e si difende un patrimonio societario in cui si continua a credere. A dispetto della giovane età, il portierino croato ha dimostrato personalità e carattere anche in un contesto per lui molto complesso ed a tratti decisamente avverso.

Queste le argomentazioni fondanti della tesi dell'altra parte in causa, Rino Foschi, sul tema.

Riflessioni condivise alla lunga anche dall'entourage del giovane portiere croato.

Anche Zamparini, dopo un'iniziale e turbolenta ritrosia, ha sposato la bontà della mossa del dirigente romagnolo tornando sui suoi passi. Questa è già una notizia.  Una piccola, prima, vittoria di Foschi a tutela della sua autonomia strategica e operativa. Posavec, probabilmente, ripartirà dall'Hajduk di Spalato, trasferendosi  con la formula del prestito con diritto di riscatto in favore del suo nuovo club.

Risolta la questione relativa al giovane prospetto si pone quella del veterano.

Le stilettate di Maurizio Zamparini sull'anagrafe di Alberto Pomini, senza il cui contributo il Palermo difficilmente avrebbe ottenuto l'accesso ai play-off promozione, hanno un fine ben preciso.

Il patron non ha intenzione di affidare la titolarità tra i pali ad un calciatore che, al netto delle acclarate garanzie tecniche, non rappresenta in prospettiva un capitale oggetto di potenziale plusvalenza.

L'ex Sassuolo accetterà di buon grado il ruolo di chioccia di un potenziale giovane numero uno? Foschi riuscirà a portare Zamparini a miti consigli anche relativamente alla necessità di puntare su un profilo esperto ed affidabile in un ruolo così delicato? Sarebbe interessante conoscere il parere di Bruno Tedino sulla questione.

Il mercato del Palermo è già iniziato. L'ex dirigente del Cesena si dimena principalmente sui movimenti in uscita, passaggio propedeutico imprescindibile per racimolare quel tesoretto utile a coprire costi di gestione e finanziare le indispensabile operazioni in entrata in vista della prossima stagione.

Al contempo, monitora l'evoluzione sul fronte interno, in attesa di capire quanto possa incondizionatamente e legittimamente interpretare il suo ruolo ed espletare le sue mansioni. Un perenne e costante braccio di ferro può inficiarne la fluidità operativa e finire per stancarlo. Foschi ha già ampiamente dimostrato di non gradire una gestione collegiale e plurima delle strategie di mercato.

Le garanzie verbali di Zamparini serviranno a poco se non suffragate da un concreto e reale cambio di rotta.

I primi segnali in questo senso non sono certo confortanti.

La penna di Foschi resta  ben custodita nel taschino. Pronta a firmare il contratto o un semplice amaro biglietto di congedo. L'ennesimo del suo intenso e infinito viaggio rosanero. Una volta ricco di tappe meravigliose, intense ed esaltanti. Oggi un labirinto irto di insidie ed ostacoli in cui è davvero difficile trovare la via di uscita.