Emergono nuove notizie in seguito alle perquisizioni della Guardia di Finanza nelle sede del club rosanero. Si allarga anche all’affare Dybala e alla gestione dei giocatori l’indagine della procura sul Palermo e il Gruppo Zamparini.
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Palermo: la procura indaga sull’affare Dybala. Nel mirino le operazioni di mercato della stagione 2015-2016
Nel mirino le operazioni di mercato in entrata e in uscita della stagione agonistica 2015-2016 del Palermo di Maurizio Zamparini. La domanda degli inquirenti è perché il patron del Palermo, Maurizio Zamparini, sia ricorso a ottimizzazioni...
Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, si legge nell'edizione odierna di 'Repubblica', ci sarebbero le operazioni finanziare legate a Paulo Dybala e ad altri giocatori acquistati e ceduti nel 2015 e 2016, oltre alla vicenda già nota della doppia cessione del marchio. L’indagine comincia a delinearsi e settimana dopo settimana assumono un ruolo centrale le società riconducibili a Zamparini in Lussemburgo, tanto che una delle ipotesi investigative è che nel piccolo ducato al centro dell’Europa ci sia la cassaforte del gruppo.
AFFARE DYBALA - Nel mirino della procura è entrato tutto l’affare Dybala, dall’acquisto nel 2012 alla cessione nel 2015. Due operazioni finanziarie che non coinvolgono solamente Palermo, Instituto de Cordoba e Juventus, ma anche altri soggetti che a diverso titolo hanno ricevuto compensi da Zamparini. In particolare 12 milioni di euro complessivi alla Pencill Hill, la società dell’agente argentino Gustavo Mascardi, che ha gestito l’arrivo in rosanero dell’attaccante. Una somma che è andata lievitando con i successivi passaggi per tutte le mediazioni fra avvocati, procuratori e familiari del giocatore. Una “corte dei miracoli” che si è ripresentata anche al momento della cessione alla Juventus. Secondo quanto riportato da 'Repubblica', gli inquirenti stanno passando al setaccio ogni bonifico per verificare che le cifre siano quelle denunciate e che siano state effettivamente pagate ai soggetti interessati. A quanto risulta il secondo passaggio dagli uffici al terzo piano del “Barbera” riguarda soltanto il club rosanero e non le altre società già perquisite il 7 luglio scorso. I nomi dei sette indagati, oltre ai Zamparini, padre e figlio, rimangono top secret: sono tutti professionisti italiani e lussemburghesi, rappresentanti legali delle società perquisite, uomini di fiducia dell’imprenditore friulano messi a capo delle società che compongono parte della galassia del Gruppo Zamparini. Lo stesso figlio del patron, Diego Paolo Zamparini è ad oggi l’amministratore delegato dell’Alyssa, la società lussemburghese proprietaria del marchio dell’Unione Sportiva Città di Palermo. Proprio sulle vicende legate al marchio c’è la massima attenzione da parte degli investigatori. In dieci anni il valore del logo rosanero fra leasing e cessioni ha fruttato quasi novanta milioni di euro che risultano sui bilanci e che dovrebbero anche essere entrati nelle casse della società di viale del Fante. A cominciare dai 30 milioni del leasing di nove anni stipulato nel 2006 con la Locat Spa (diventata poi Unicredit Leasing spa), passando per la prima cessione del marchio nel giugno del 2014 dal Palermo alla società controllata MePal per 17 milioni di euro. Fino all’ultima cessione dell’intera MePal, marchio compreso, per 40 milioni di euro nel giugno 2016. Un’operazione che ha generato, a bilancio, una plusvalenza di 22 milioni di euro.
GLI ALTRI GIOCATORI - Oggetto di indagine anche la compravendita degli altri calciatori nelle ultime stagioni. Non solo gli italiani, ma anche gli stranieri. E anche le “meteore” che sono costate diversi milioni di euro. Gli inquirenti potrebbero ritenere interessanti le carte relative all’ingaggio di Manuel Arteaga, acquistato a dicembre del 2015, costato 1.009.124 di euro, e mandato in prestito un mese dopo. Ma anche gli ingaggi di Matheus Cassini, costato 2.502.904 euro, Julian Velazquez, che praticamente non ha mai nemmeno messo piede in città e altri costati cifre poco congrue rispetto a quanto sono stati impiegati. Per gli inquirenti non tornerebbero i conti delle ultime gestioni ordinarie del Palermo che ha venduto i migliori giocatori, più volte il marchio e fatto operazioni finanziare poco chiare. La procura vuole capire come mai il Palermo fra diritti televisivi, sostanziose plusvalenze e sponsorizzazioni sia dovuto ricorrere a «ottimizzazioni di bilancio», come Zamparini ha definito la doppia cessione del marchio, per riequilibrare i bilanci.
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